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Frosinone

La classe non è acqua. A tu per tu con il docente di cerimoniale Andrea Marini Sera

Forma, sostanza e modi di comportarsi. "Una passione ereditata dalla mia famiglia, in particolare da mio padre e da mio zio"

La classe non è acqua. A tu per tu con il  docente di cerimoniale Andrea Marini Sera

Il frusinate Andrea Marini Sera è un esperto ma anche un docente di cerimoniale Foto Matteo Conti

Quali sono i colori ufficiali della bandiera italiana? Si porge la mano quando si viene presentati a Camilla Parker Bowles, regina d’Inghilterra? Il titolo accademico di “dottore” si scrive in minuscolo o maiuscolo, davanti al nome? Per rispondere a queste, e ad altre domande simili, abbiamo contattato Andrea Marini Sera, frusinate, esperto e docente di cerimoniale.

Che cosa è il cerimoniale?
«Il cerimoniale è una forma di comunicazione attraverso la quale stabiliamo lo status e i ruoli che le persone, così come i simboli, ricoprono in specifiche circostanze».

Quali sono le “specifiche circostanze”?
«Sono le cerimonie che si tengono in ambito pubblico istituzionale e talora anche in quello privato. Tale sostantivo ha subìto tante modifiche e aggiornamenti nel corso dei secoli fino a includere, oggi, eventi di natura quotidiana, informali e familiari».

Quando si è avvicinato allo studio del cerimoniale?
«È una passione ereditata dalla mia famiglia, in particolare da mio padre, addetto stampa di un ufficio pubblico, e da mio zio, diplomatico. Dopo il liceo classico ho intrapreso studi appositi e ho avuto esperienze nel campo, civile, militare, nobiliare e religioso».

Dietro il cerimoniale si cela, ma neppure tanto, uno sperticato formalismo: c’è altro, che non riusciamo a cogliere?
«Nei riti, nelle cerimonie e nelle manifestazioni pubbliche forma e sostanza sono indivisibili: la ritualità, il codice scritto, i gesti, le parole, l’abito degli officianti, la prossemica (lo studio degli spazi e delle distanze da rispettare nella comunicazione interpersonale, ndr), il placement (la collocazione dei partecipanti secondo una gerarchia, ndr), l’ostensione di emblemi e vessilli, la relazione tra protocollo e sicurezza…».

In merito alla bandiera italiana…
«Spesso si confonde l’ordine del tricolore, ponendo vicino all’asta il rosso anziché il verde. A tal riguardo, insieme al sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, abbiamo avviato da tempo una campagna di sensibilizzazione tra le istituzioni frusinate per la giusta collocazione delle tre cromie, per il relativo utilizzo e per l’esposizione».

A proposito di gerarchie, come sono considerati i titoli in Italia?
«Se si riferisce ai titoli professionali, sono importanti solo in contesti analoghi. Per quanto riguarda quelli nobiliari, dopo l’avvento della Repubblica e l’entrata in vigore della Costituzione non costituiscono più contenuto di un diritto e non conservano alcuna rilevanza giuridica».

Insomma, quando ci si presenta, si preannuncia il titolo (dottore, professore, ingegnere, onorevole...) all’interlocutore?
«Sinceramente no, e non lo dice solo il cerimoniale, ma anche il galateo».

Ecco, che cosa è il galateo?
«Il galateo, chiamato anche bon-ton, riguarda la persona nella sua individualità ed è qualcosa che si apprende direttamente nell’ambiente e dalle persone con cui si cresce e si vive. Si fonda quindi sull’educazione, sul buon senso e sulla sensibilità della persona, valori, poi, alla base del cerimoniale stesso».

A proposito di titoli, “dottore” è sinonimo di “medico”?
«No, per carità, il primo indica un grado acquisito di studio, il secondo una specifica funzione».
“Maestro”: un titolo dovuto all’artista o il giusto tributo a un insegnante per fasce d’età più giovani?
«Maestro d’arte è, in Italia, il titolo professionale magistrale da attribuire ufficialmente a un insegnante di scuola materna o primaria. Si dà comunemente ed eccezionalmente ad autorevoli artisti ma mai, ripeto mai, si usa da questi per presentarsi, troppo autoreferenziale!».

Nel linguaggio scritto, i titoli in minuscolo o in maiuscolo?
«Titoli civili, militari, religiosi, professionali, dirigenziali, onorifici e nobiliari, se accompagnati al nominativo, si scrivono normalmente con iniziali minuscole. È abitudine, ma non obbligo, scrivere con iniziali maiuscole i titoli di professioni o cariche ritenute prestigiose, come il Presidente della Repubblica o il Papa. Per soddisfare un’altra curiosità alla regina non si dà mai la mano, non le si fa il baciamano, tantomeno la si abbraccia e la si tocca in qualunque modo. A meno che non sia lei a fare il primo passo. Solitamente al suo cospetto si china leggermente il capo».

Una provocazione: apre lo sportello dell’automobile a una donna?
«Volgarmente, si dice che un uomo apre lo sportello dell’automobile a una donna quando una delle due è nuova… Per il galateo è un’accortezza da osservare verso tutti, per quanto mi riguarda può capitare, ma è un piacere tutto mio».
Un’ultima domanda: nel periodo della “fluidità” dei generi, gli usi e le regole del cerimoniale subiscono variazioni?
«Non mi risulta che ci siano in atto cambi di regole nel cerimoniale».
Andrea Marini Sera si congeda, non prima di aver abbottonato la giacca alzandosi. Un ultimo tocco di raffinatezza, spesso disatteso da tanti personaggi pubblici anche in occasioni ufficiali, da parte di un maestro con la “m”… maiuscola!

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