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Isola del Liri

Morte di Leonardo Fiorini, ora la famiglia vuole la verità: «Non si è suicidato»

I genitori di Leonardo Fiorini, precipitato dal terzo piano di un b&b, non credono alla versione del suicidio. L’amico David indagato a piede libero per omicidio. Ma il suo racconto non convince gli inquirenti

Morte di Leonardo Fiorini, ora la famiglia vuole la verità: «Non si è suicidato»

«La famiglia Fiorini vuole solo conoscere la verità. Vuole sapere come è avvenuta la tragedia e perché». L’avvocato di fiducia Danilo Iafrate ribadisce che la ricerca della verità sulla tragedia di giovedì a Roma è la priorità per i familiari di Leonardo, il ventisettenne precipitato dal terzo piano di uno stabile di via San Calepodio, nel quartiere di Monteverde, davanti agli occhi esterrefatti dei vicini. Il dolore è troppo grande, le circostanze in cui il giovane è morto ancora poco chiare, ma i genitori e il fratello di Leonardo hanno una certezza: non si è suicidato.

David Stojanovic, 25 anni, amico di vecchia data di Leonardo, era con lui quella maledetta sera nella camera del b&b “Quattro venti”, affittata per tre giorni. È indagato di omicidio (difeso dall’avvocato Dino Di Giovannantonio); i carabinieri della stazione Gianicolense lo hanno arrestato la notte stessa della tragedia. Sabato il suo arresto è stato convalidato senza alcuna misura cautelare, dunque è tornato libero.

Sulla base delle informazioni trapelate, ieri il “Corriere della sera” ha ricostruito le ultime ore di Leonardo: si sarebbe visto nel b&b con David verso le 18, qui avrebbero fumato hashish e poco prima delle 22 avrebbero ordinato del cibo, consegnato da un rider e ritrovato intatto nella stanza. Poi, secondo la versione fornita da Stojanovic, Leonardo sarebbe divenuto inquieto, dicendo di sentirsi male, di avere dolori, di essere spaventato. David riferisce ai carabinieri che intorno alle 22.30 Leonardo inizia a dare in escandescenze, si toglie i vestiti, rompe oggetti nella camera, esce sul balcone urlando di volersi buttare di sotto. A quel punto lui l’avrebbe raggiunto e afferrato per una gamba mentre l’amico era appeso a testa in giù, avrebbe urlato chiedendo aiuto finché Leonardo non è precipitato.

Un racconto che però non convince il pool investigativo coordinato dal pm Francesco Saverio Musolino. Pare assodato che non vi siano video della drammatica scena avvenuta sul balcone; nessuno dei vicini avrebbe avuto la prontezza di riprendere la scena in quei secondi concitati. Né vi sarebbero telecamere di sorveglianza che inquadrano il punto. La ricostruzione di quanto accaduto, se c’è stata una lite tra i due e se David abbia spinto giù oppure tentato di salvare Leonardo, deriva soprattutto dalle testimonianze. Che però sono contraddittorie, complice anche il buio.

C’è chi riferisce di aver visto Stojanovic spingere giù Fiorini dopo un diverbio, chi invece sostiene che il ragazzo di origine albanese trattenesse l’amico per non farlo precipitare.
Una versione, quella fornita da David, che invece ha convinto il gip. Nell’ordinanza che dispone la scarcerazione del giovane, il giudice scrive «la ricostruzione fornita dall’indagato, in attesa degli esiti degli accertamenti investigativi in corso, appare, allo stato, credibile, non potendosi escludere una reazione, quale quella descritta dall’indagato di tipo psicotico, conseguente all’uso di cannabinoidi da parte di una persona di giovane età che ne fa un uso solo occasionale”. Testimonianze che invece appaiono “contraddittorie in ordine a quanto accaduto pochi minuti prima della caduta e alle modalità con cui la vittima è salita a cavallo del parapetto del balcone per poi precipitare”.

L’autopsia avrebbe confermato la presenza di lesioni riconducibili a colpi subiti durante la lite, ma che potrebbero anche essere attribuiti al tentativo di trattenere Leonardo.
Intanto oggi la salma del giovane dovrebbe essere riconsegnata alla famiglia. Il funerale potrebbe tenersi domani.

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