Frosinone e provincia
09.10.2025 - 12:00
C’è Frosinone tra le prime venti province italiane devastate dal fuoco quest’estate. È quanto emerge dal rapporto Ispra “Ecosistemi terrestri ed incendi boschivi in Italia: stagione degli incendi 2025”. Con dati aggiornati al 15 settembre (ma l’attività antincendio boschivo terminerà ufficialmente il 15 ottobre), la Ciociaria è diciottesima in Italia con 227 ettari di superficie boschiva percorsi dalle fiamme. Sei in meno di Sassari e Taranto che la precedono.
«Si esaminano le stime delle superfici incendiate considerate per la stagione incendi 2025 da Effis (European forest fire information system) - scrive l’Ispra - Considerando l’intero territorio nazionale, dal 15 giugno al 15 settembre 2025 risultano complessivamente 78.797 ettari di superficie percorsa da incendi. Di questi, la categoria che risulta più colpita a livello nazionale è rappresentata da terreni agricoli (circa il 40%)».
A livello provinciale sono 45 le realtà che hanno avuto ecosistemi forestali colpiti da incendi. In due province il fuoco ha distrutto superficie superiori a 1.000 ettari, mentre altre 19 hanno avuto arsi tra i 100 e i 1.000 ettari. Scrive l’Ispra: «Le prime dieci province con le maggiori superfici forestali percorse da grandi incendi boschivi (maggiore di 350 ettari) sono appartenenti a regioni meridionali. Le due più colpite risultano quella di Enna in Sicilia (1.117 ettari) e quella di Cosenza in Calabria (1.045 ettari). Le province dell’Italia centrale con superfici forestali colpite da incendi maggiori di 50 ettari sono quelle di Latina (307 ettari) e Frosinone (227 ettari), mentre non ci sono provincie appartenenti al Nord Italia».
Rispetto allo scorso anno Frosinone passa dal dodicesimo al diciottesimo posto della classifica dell’Ispra, con una diminuzione della superficie arsa da 266 a 227 ettari, mentre era andata decisamente meglio nel 2023 quando gli incendi avevano distrutto 64 ettari. Se non altro, quest’anno le piogge di agosto e settembre non hanno creato le condizioni ideali per il propagarsi delle fiamme come avvenuto in altre stagioni più asciutte. Solo a Frosinone tra agosto e settembre sono caduti 300 millimetri di acqua, un terzo del totale dell’intero 2025. «Spesso la combinazione di temperature elevate ed assenza di precipitazioni per periodi di tempo prolungato, rende qualunque copertura vegetale del terreno più suscettibile ad incendiarsi», ricorda, infatti, l’Ispra.
Tornando agli incendi, dei 227 ettari andati in cenere, 111 sono latifoglie sempreverdi, 95 latifoglie decidue e, 9 aghifoglie sempre verdi più altre 12 di superficie forestale non classificata. Lo scorso anno la classe più colpita è stata quella delle latifoglie decidue con 149 ettari bruciati, quindi le latifloglie sempreverdi con 87 ettari e poi con 15 ettari ciascuna le aghifoglie sempre verdi e la superficie forestale non classificata. Nel solo agosto del 2024 si erano registrati quasi 800 ettari bruciati in una trentina d’incendi in tutta la provincia. Spesso, peraltro, gli incendi sono ciclici, cioè colpiscono le stesse zone, pur aggredendo posti diversi. Alcuni incendi sono sicuramente colposi. Tipico esempio è quello dei contadini che bruciano i residui vegetali (pur essendo una pratica vietata per legge) e che poi perdono il controllo del fuoco che finisce con aggredire le aree circostanti. In rari casi poi è capitato che gli incendi si siano innescati a seguito di un fulmine che colpisce un albero (come capitato quest’anno a Villa Santo Stefano). Ci sono però anche tanti incendi dolosi provocati con inneschi (alcuni dei quali si attivano anche a ore di distanza dal posizionamento) per ripicche o dissidi legati al mondo della caccia e dei pascoli. Di solito, chi appicca un incendio conosce bene il territorio e sa quando agire per fare più danni possibili. Danni di solito devastanti: per ripristinare la biodiversità distrutta ci vogliono anni.
Sicilia (41.308 ettari), Calabria (12.749) e Puglia (7.209) sono le regioni in cui è bruciata più superficie. Il Lazio è la quinta regione con 3.988 ettari bruciati. L’Ispra nota quindi che «la regione che ha la più alta percentuale di superficie forestale bruciata rispetto alla superficie bruciata totale è il Piemonte con l’80%. Nelle regioni più colpite da grandi incendi boschivi poi, la Campania e la Sardegna presentano il rapporto tra superficie totale e superficie boschiva più alto, rispettivamente il 30% e 25%. Per quanto riguarda la Calabria, la Puglia, il Lazio e la Basilicata le percentuali si aggirano intorno al 15%».
Gli incendi colpiscono anche nelle aree protette: «Durante la stagione incendi 2025 risultano complessivamente percorse da incendi un totale di 25.426 ettari, di cui oltre il 15% sono rappresentati da ecosistemi forestali», evidenzia ancora l’Ispra.
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