Spazio satira
Frosinone
05.09.2025 - 13:00
I rilievi della polizia scientifica all’interno dello Shake bar dopo l’omicidio dello scorso 9 marzo
Omicidio allo Shake bar, la difesa non fa appello. Si va verso la riduzione ulteriore di pena di un sesto. E, dunque, da 20 anni a 16 anni e 8 mesi. Tuttavia, alcune delle parti civili, ai soli fini civilistici, hanno presentato appello. Scadevano, infatti, in questi giorni i termini per presentare appello nei confronti della sentenza di primo grado pronunciata dal gup del tribunale di Frosinone (con il rito abbreviato) nei confronti dell’albanese Mikea Zaka, condannato, lo scorso 19 marzo, alla pena di 20 anni di reclusione, così come richiesto dalla procura del capoluogo.
Zaka è stato accusato di aver esploso, il 9 marzo del 2024, «almeno sei colpi dalla pistola calibro 7,65 che illegalmente portava con sè verso Kasem Kasmi, che decedeva in conseguenza di un colpo in pieno petto», mentre gli altri tre, il fratello della vittima Ervin Kasmi, e i fratelli Klevin e Alvider Hidraliu, rimanevano «gravemente feriti» e venivano sottoposti a vari interventi chirurgici negli ospedali Spaziani di Frosinone e San Camillo di Roma. Da qui le contestazioni dell’omicidio del connazionale Kasmi e di triplice tentato omicidio, per il ferimento degli altri con i quali si trovava la vittima, ricettazione e porto illegale dell’arma da fuoco. Un omicidio consumato in appena 16 secondi - così come ricostruito dall’inchiesta condotta dalla squadra mobile di Frosinone - in un locale affollato di gente, in un tranquillo sabato sera in via Aldo Moro. E maturato in un contesto di droga, secondo la ricostruzione.
Zaka, che è difeso dall’avvocato Giovanni Tedesco, avendo deciso di non impugnare la sentenza firmata dal giudice Antonello Bracaglia Morante, otterrà oltre allo sconto di un terzo in primo grado anche l’ulteriore riduzione di un sesto. Ragion per cui la pena finale scenderà a 16 anni e 8 mesi di reclusione, così come previsto dalla riforma Cartabia. Stessa scelta di non impugnare hanno fatto anche la procura, avendo ottenuto in primo grado la pena richiesta (30 anni scesi a 20 per il rito) dal pm Samuel Amari, così come le parti civili rappresentate dall’avvocato Tony Ceccarelli per uno dei feriti e dall’avvocato Rosario Grieco per conto del Comune di Frosinone.
Invece, hanno presentato appello, solo ai fini civilistici, le parti civili rappresentate dagli avvocati Christian Alviani, Martina Iachetta e Martina Stirpe. Posta anche una questione di legittimità costituzionale relativamente alla possibilità di modifica del capo d’imputazione.
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