Lo studio
15.08.2025 - 18:00
I ciociari sono parsimoniosi e, anche quando le risorse sono poche, tendono a tenere da pare qualcosa per il futuro. La provincia di Frosinone, infatti, è tra quelle in cui, nel 2023, si è registrata una propensione al risparmio superiore alla media nazionale, nonostante un reddito disponibile pro capite inferiore.
Il quadro emerge dai dati forniti dal Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, in base ai quali le famiglie ciociare hanno registrato un tasso di risparmio pari all’8,4%, contro l’8,3% della media italiana, collocandosi al 45° posto nella classifica nazionale e rimanendo, dunque, nella parte alta, nonostante sia arretrata di sette posizioni rispetto al 2019.
Nella graduatoria delle province italiane relativa all’ammontare del risparmio e all’incidenza percentuale, invece, Frosinone è al 68° posto, con un ammontate complessivo di 439.800.000 euro, pari allo 0,4% del totale nazionale.
A influire su questa capacità di accantonamento, forse, proprio l’incertezza finanziaria delle famiglie ciociare, che spinge a una maggiore cautela rispetto a quella posta in essere da chi ha maggiore disponibilità economica. Sono diverse, infatti, le province italiane con redditi bassi che hanno mostrato, come Frosinone, una maggiore propensione ad accantonare le risorse.
Guardando, quindi, al rapporto tra propensione al risparmio e reddito disponibile emerge che quest’ultimo in provincia è risultato inferiore del 31,3% rispetto alla media italiana e la propensione al risparmio più alta dell’1,1%.
A livello regionale, il Lazio si piazza esattamente a metà classifica, dunque al decimo posto, con una propensione al risparmio del 7,2% e una quota di risparmio complessiva di 9.632.130.000 euro, pari all’8,8% del totale nazionale.
Il quadro
Sono in tutto diciotto, compresa Frosinone, le province in cui si accantona di più nonostante i redditi bassi. Novara, Asti, Alessandria, Imperia, La Spezia, Pavia, Cremona, Mantova, Ancona, Benevento, Avellino, L’Aquila, Campobasso, Potenza, Isernia, Lodi e Verbano-Cusio-Ossola sono quelle che rientrano, insieme a Frosinone, nel gruppo delle prudenti.
Si tratta di territori in cui il reddito pro capite risulta, quindi, inferiore alla media italiana a fronte di una propensione al risparmio più elevata rispetto al dato nazionale. Guardando alla composizione dei territori emerge che per lo più si tratta di province piccole o molto piccole, con una media di circa 311.000 abitanti in media. In sedici casi su diciotto, poi, come viene sottolineato nello studio del Centro Tagliacarne, presentano un livello di anzianità della popolazione superiore alla media nazionale e in dodici casi un livello di scolarità inferiore.
A distinguersi maggiormente è Asti, in cui si registra una propensione al risparmio del 65% superiore alla media nazionale nonostante un reddito disponibile di circa il 7% inferiore.
Altro esempio significativo è la provincia di Alessandria che, nonostante un reddito pro capite leggermente inferiore alla media nazionale (-1,2%), riesce ad avere una capacità di risparmiare superiore di quasi il 50% dalla media nazionale. Tra le realtà del Sud Italia spicca, poi, Avellino, con un -29% in termini di reddito e un +26% di propensione al risparmio.
Analizzando il rovescio della medaglia ci sono, poi, altre quindici province che risparmiano meno di quanto potrebbero. Si tratta di Bolzano, Trento, Treviso, Venezia, Padova, Udine, Trieste, Forlì-Cesena, Pesaro e Urbino, Livorno, Siena, Roma, Cagliari, Pordenone e Prato.
In questi territori nonostante il reddito disponibile pro capite superiore alla media naziona, la propensione al risparmio risulta inferiore.
In dieci casi su quindici si tratta di province con una dimensione demografica e un livello di anzianità superiore alla media. Con un reddito disponibile pro capite superiore del 14,1% a fronte di una propensione al risparmio inferiore del 6,3% rispetto alla media nazionale, Roma costituisce un esempio rappresentativo.
Tra gli esempi più significativi, poi, c’è Bolzano, con un reddito disponibile che supera la media nazionale di oltre il 39% e una propensione al risparmio di quasi il 14% inferiore. A distinguersi anche Cagliari, dove il reddito risulta più alto della media del 4% e la propensione al risparmio più bassa del 36%.
Il focus
Sulla base dei dati elaborati, il Centro Studi Tagliacarne elabora, poi l’identikit dei territori in cui si trovano i cittadini più prudenti nel risparmio: «Nel complesso – si legge nel documento – la propensione a risparmiare si presenta più elevata nelle province che hanno una quota di laureati superiore alla media (8,8% contro il 7,9% delle province meno istruite); un indice di vecchiaia – che misura il rapporto fra popolazione over 64 e quella under 15 – più alto della media nazionale (8,4% contro l’8,2% di quelle con un indice più basso della media italiana); un numero medio di componenti della famiglia sotto la media nazionale (9,1% contro il 7,5% di quelle con un numero di componenti sopra la media nazionale).
E – conclude l’analisi del Centro Studi Tagliacarne – performano meglio anche le città metropolitane rispetto alle province (8,4% contro l’8,2%)».
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