Spazio satira
Il processo
24.07.2025 - 10:30
Uno dei sopralluoghi eseguiti dopo il delitto
Mehdi El Boukhani, 35 anni di origini marocchine, accusato della morte di un suo connazionale, è comparso ieri davanti al giudice e ha parlato. A suo carico l’accusa di omicidio volontario nei confronti di Mourad El Guerouani, classe 2000, che il 5 agosto del 2024 era stato colpito in strada all’addome da un fendente risultato fatale. Una violenza nata, secondo una prima ricostruzione dei fatti, dopo una serata trascorsa con alcuni amici, stranieri e pontecorvesi. Per Mehdi l’avvocato Walter Terenzio (subentrato alla precedente difesa) aveva chiesto un rito abbreviato. Richiesta accolta.
Ieri mattina il trentacinquenne ha ricostruito la serata, rispondendo alle domande del giudice. Un racconto che avrebbe posto in evidenza elementi importanti, oggetto di approfondimento, ora al vaglio del giudice.
Ancora molti i coni d’ombra sul delitto: ignote le cause del fatto, così come non è chiara la ricostruzione, con alcune discordanze (rilevate già nelle prime fasi) che restano da chiarire.
L’aggressione ai danni del giovane marocchino di 24 anni, ambulante sulle spiagge del litorale pontino, sarebbe avvenuta - secondo una prima ricostruzione dei fatti affidata ai carabinieri della Compagnia di Pontecorvo, subito intervenuti dopo l’aggressione - al culmine di una serata trascorsa tra amici.
Prima qualche birra in un bar del centro, poi quando il locale intorno a mezzanotte aveva abbassato la saracinesca, si erano spostati in auto per raggiungere un appartamento dove proseguire la serata. Un’altra birra, poi ancora una. Fino a quella discussione nata all’improvviso, forse anche a causa del tasso alcolico piuttosto elevato. Parole pronunciate in arabo, qualche spintone.
Da questo momento in poi, alcuni “bordi” inizierebbero a non combaciare. Il padrone di casa, un capoverdiano, ai militari guidati dal maggiore Bartolo Taglietti, avrebbe riferito che dopo l’inizio di una lite nata per futili motivi avrebbe invitato tutti a uscire: sotto casa, poco dopo, la violenza. Un urlo di dolore e Mourad era già a terra. Quindi la chiamata al 118, che ha dato le prime indicazioni alle persone presenti su come tamponare la ferita e soccorrere il ragazzo.
Una disperata quanto inutile corsa contro il tempo: per il ventiquattrenne non c’era purtroppo più nulla da fare. Dopo un’ora circa i carabinieri avevano già rintracciato Mehdi, a casa, che aveva subito respinto le accuse rispondendo alle domande del pm. Si torna in aula il prossimo 19 settembre.
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