Spazio satira
Monte San Giovanni Campano
03.07.2025 - 13:00
Il gup del tribunale di Frosinone ieri ha emesso la sentenza per i maltrattamenti in una casa famiglia
Punizioni corporali, urla, denigrazioni, privazioni di cibo creando un clima intimidatorio e ostile al punto da costringere alcuni ospiti della casa famiglia a fuggire o a tentare di farlo.
È questa l’accusa di maltrattamenti su un gruppo di ospiti minorenni, che ha portato, ieri, il gup Fiammetta Palmieri del tribunale di Frosinone a condannare tutti e otto gli imputati, tra amministratori, operatori, educatori e infermieri di una casa famiglia di Monte San Giovanni Campano. La pena più alta, due anni e otto mesi, per la responsabile della struttura e il marito, mentre gli operatori sono stati condannati a pene variabili tra due anni (pena sospesa) e due anni e quattro mesi. Sono residenti tra Monte San Giovanni Campano, Posta Fibreno, Sora, Roccasecca e Arce.
Il pm, peraltro, aveva concluso chiedendone l’assoluzione. Momenti di tensione alla lettura del dispositivo che prevede anche il risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili per le famiglie e i ragazzi, rappresentati dagli avvocati Nicola Ottaviani, Martina Stirpe, Federica Nardoni e Stefania Ielo. Gli otto condannati, difesi dall’avvocato Enrico Pavia, hanno sempre respinto le accuse ritenendole infondate e frutto di una macchinazione. Ora ricorreranno in appello.
Il processo si è celebrato con il rito abbreviato e si è basato anche sui risultati degli incidenti probatori nei quali sono state sentite alcune parti offese, alcune poi decedute.
Contestate dall’accusa condotte omissive ai responsabili della struttura per non aver adottato le necessarie cautele a impedire il verificarsi degli episodi, in qualche caso denunciati da altri operatori, nonché comportamenti attivi come denigrazioni, urla, privazioni di cibo, punizioni corporali sui ragazzi che non rispettavano le regole. Tra i comportamenti contestati agli operatori pugni in testa, schiaffi, calci, insulti, , percosse con le scarpe bottiglie d’acqua piene, privazioni del cibo e del letto. E ancora ospiti, che rifiutavano di lasciare la sala mensa, trascinati con il cappuccio lungo le scale, mentre a un altro il giorno del suo compleanno era stata rotta una cassa che gli era stata regalata. Tutti episodi, risalenti dal 2016 in poi, che le vittime hanno in parte confermato e in parte raccontato con ricostruzioni ritenute dalla difesa evasive e confusionarie.
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