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Mobilità

«La Stazione del Basso Lazio»

La Cisl rilancia sulla struttura dell’Alta Velocità a Ferentino: il 30 giugno ci sarà un’iniziativa specifica. Invitato anche il Governatore Rocca. Coppotelli: «L’opera determinerebbe una svolta cruciale»

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Un rendering della Stazione dell’Alta Velocità

«Da tempo pensiamo che il Basso Lazio abbia bisogno di una svolta, e per noi questo cambio di passo può realizzarsi con la stazione Tav a Ferentino, la dotazione infrastrutturale più indicata per lo sviluppo e la crescita economica di questo territorio. Sull’onda di questa convinzione, come Cisl del Lazio insieme alla Cisl di Frosinone e Latina, stiamo organizzando una iniziativa dal titolo “La rinascita del Basso Lazio. Il Futuro della Mobilità con la Stazione Tav». Lo annuncia, in una nota, Enrico Coppotelli, segretario generale Cisl Lazio. Il quale aggiunge di aver invitato all’evento anche il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.

La posizione della Cisl

Spiega Enrico Coppotelli: «La realizzazione della Stazione Tav di Ferentino rappresenta un punto di svolta cruciale per il futuro della nostra regione. Collocata lungo la linea di alta velocità Roma-Napoli, essa non solo fungerà da importante snodo per il trasporto ferroviario, ma avrà anche un ruolo significativo nella pianificazione urbanistica e nello sviluppo economico del Lazio. La stazione, infatti, è posizionata in un'area ad elevato potenziale in quanto circondata da zone industriali di primo piano a livello nazionale ed è collegata in maniera strategica con le principali arterie autostradali. Per illustrare nel dettaglio tutti i vantaggi di una operazione di questa portata ne discuteremo insieme a qualificati stakeholder, tra i quali abbiamo invitato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il prossimo 30 giugno». La Cisl ha esplicitato la propria posizione sul tema. In questo modo: «Teniamo presente che la Stazione dell’Alta Velocità collegherebbe la provincia di Frosinone al Nord Italia e all’Europa. Inoltre sorgerebbe nel cuore dell’area industriale di questo territorio. Rappresentando un fulcro insostituibile per le aziende, specialmente per le eccellenze del chimico-farmaceutico. Le due fermate istituite a Frosinone e a Cassino sono assolutamente insufficienti per un salto di qualità. Dovevano rappresentare un’avanguardia, per poi arrivare alla Stazione Tav. Il progetto era questo. Nei mesi scorsi sono stati organizzati diversi convegni a raffica, commettendo però l’errore del… campanilismo. Ognuno ha collocato l’opera nel suo territorio, trasmettendo peraltro la sensazione che fosse solo una questione di individuare la collocazione. Non è così. Un’infrastruttura del genere va declinata come opera di bacino, con un raggio di 80 chilometri. Nel senso che può e deve diventare un punto di riferimento intanto per l’intera provincia di Frosinone, ma poi anche per Latina, il Molise, l’Abruzzo, l’Alta Campania. Ripetiamo: le due fermate istituite a Frosinone e a Cassino sono assolutamente insufficienti per un salto di qualità. Intanto perché il Treno Superveloce ferma una sola volta all’andata e una sola volta per il ritorno. In secondo luogo nel tratto tra Sgurgola e Supino viaggia sulla tratta ordinaria, con le velocità ordinarie. Con una Stazione Tav dedicata cambierebbe tutto. In termini di numero delle corse e di tutto il resto». Aggiungendo inoltre: «È il momento del salto di qualità. E questo vuol dire interloquire con chi ha il potere decisionale: Rfi e Ferrovie dello Stato. Questo vuol dire presentarsi nelle varie sedi con un progetto concreto e con l’indicazione delle risorse per realizzarlo. Questo vuol dire rappresentare con determinazione le istanze di un territorio che da sempre ha una posizione geografica invidiabile e che quindi ha bisogno di un continuo potenziamento delle infrastrutture. Questo vuol dire lasciare da parte le rivendicazioni campanilistiche e la “fuffa”. Questo vuol dire darsi un obiettivo preciso: la Stazione Tav nell’area tra Ferentino e Supino. Non è una “missione” semplice, ma abbiamo il dovere di provarci. Tutti insieme».

La dichiarazione di Rocca

Proprio in occasione del congresso della Cisl Lazio, Francesco Rocca ha dichiarato: «Portare la Tav dentro Frosinone significa non fare l’opera. Già Ferentino avvicinerebbe Frosinone a Roma in maniera significativa creando nuove opportunità e questa è un'altra sfida per contrastare lo spopolamento. Dobbiamo lavorare sulle infrastrutture, non sono negoziabili». Poi un commento sul piano industriale: «È stato un lavoro basato sulla lettura dei bisogni del territorio, ma dobbiamo lavorare sulle infrastrutture e sulla non negoziabilità. Non possiamo correre dietro ai campanili, dobbiamo fare i conti con la realtà. Ferentino creerebbe nuove opportunità per contrastare lo spopolamento. Ricordiamo che dietro ogni infrastruttura ci sono le vite». In questo modo il presidente della Regione Lazio ha voluto restringere il campo a una sola opzione. Nel senso che la Stazione Tav può essere realizzata esclusivamente nell’area tra Ferentino e Supino, a due passi dal casello autostradale e dall’imbocco della superstrada Ferentino-Frosinone-Sora. L’iniziativa della Cisl ha il merito di aver riaperto un dibattito vero sulla necessità di un’opera del genere per invertire il trend. Allargando il discorso all’intero Basso Lazio.

Resta da capire quali sono gli spazi concreti, perché in questi anni nulla è stato fatto per dare seguito agli impegni assunti dopo l’inaugurazione delle due fermate del Frecciarossa, a Frosinone e a Cassino. Perché era necessario far inserire l’opera nel Piano di Rfi e Ferrovie. Presentando un progetto e individuando le risorse. Invece si è andati avanti con semplici annunci e impegni generici. Nella logica del campanilismo. A novembre 2024, durante la seduta della competente commissione regionale, emerse chiaramente che sul versante della Stazione Tav in provincia di Frosinone non c’era nulla di concreto. Adesso si sta provando a recuperare la situazione.

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