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Cronaca

Sperona i carabinieri, arrestato a Pesaro un "ciociaro"

Protagonista della vicenda un albanese che era con Zaka la sera dell’omicidio allo Shake bar. Gli è stata contestata l’aggravante, in vigore da sole 24 ore, di aver agito contro le forze dell’ordine

Carabinieri Pesaro

Era allo Shake bar la sera dell’uccisione di Kasem Kasmi, domenica notte è stato arrestato a Pesaro. E gli è stata contestata - tra i primi in Italia - la nuova aggravante, entrata in vigore appena 24 ore prima, dell’aver commesso il fatto nei confronti di ufficiali di polizia giudiziaria. Elis Hebibasi, albanese di 29 anni, residente a Frosinone, è stato arrestato dai carabinieri del Reparto operativo Nucleo investigativo del comando provinciale di Pesaro. Dopo la convalida è finito ai domiciliari, sempre a Frosinone. È accusato dei reati di detenzione di droga, nello specifico di circa 260 grammi di cocaina, occultata all’interno di un calzino, trasportata e lanciata da una Bmw X1, nonché di resistenza a pubblico ufficiale con la nuova aggravante di aver commesso il fatto in danno degli agenti di polizia giudiziaria e di lesioni per aver provocato ferite guaribili in 12 giorni a entrambi gli occupanti di un’auto civetta dei carabinieri, speronata dalla Bmw dell’albanese.

Secondo quanto ricostruito dalla procura di Pesaro, poco prima delle 22 di domenica, l’albanese transitando su una stradina che dalla via Flaminia sale sul colle Ardizio, ha incappato in una pattuglia del Nucleo investigativo dell’Arma di Pesaro in servizio su un’auto civetta, una Peugeot 208. I carabinieri hanno intimato l’alt alla Bmw condotta dall’albanese che, però, non si è fermato e ha cercato di allontanarsi. Nel farlo - così come ricostruito dai carabinieri - ha prima speronato la 208 e poi è finito contro un muro perimetrale e un blocco di cemento di un’abitazione della zona. L’albanese è stato così arrestato, mentre i due carabinieri si sono fatti refertare in ospedale, per i traumi conseguenti dello speronamento, con 12 giorni di prognosi per contusioni e traumi vari.

Hebibasi è poi comparso davanti al giudice per l’udienza di convalida assistito dagli avvocati Riccardo Masecchia e Massimiliano Orrù. Per quanto riguarda la droga - è accusato di aver lanciato dall’auto il calzino contenente i 260 grammi di cocaina divisi in cinque confezioni sottovuoto - l’albanese si è avvalso della facoltà di non rispondere. Quindi, ha reso spontanee dichiarazioni per la parte relativa all’inseguimento e si è scusato con i carabinieri. Il ventinovenne ha raccontato di essere nel gruppo di Zaka il giorno in cui è avvenuta la sparatoria. E per questo, nonostante l’azione delittuoso sia stata attribuita al solo Zaka, condannato con rito abbreviato in primo grado a 20 anni di reclusione per omicidio e triplice tentato omicidio, ha sostenuto di aver subito pesanti minacce. Proprio in relazione a ciò quando ha visto che dall’auto dei carabinieri gli intimavano l’alt, l’uomo ha temuto per la sua incolumità, ipotizzando che potesse essere qualcuno che voleva fargli mare. Da qui la scelta di scappare. Alla fine, il giudice ha convalidato l’arresto e ha concesso i domiciliari all’uomo, considerato che risiede stabilmente a Frosinone con regolare affitto e contratto di lavoro. Ora le indagini andranno avanti anche per approfondire eventuali connessioni tra le Marche e la Ciociaria per quanto riguarda il traffico di sostanze stupefacenti.

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