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La vicenda

Religioso denunciato per violenza

Una donna affronta un periodo difficile e cerca un conforto spirituale, così accetta il consiglio di un’amica e lo incontra. L’uomo, non appartenente alla chiesa cattolica apostolica, avrebbe invece “allungato le mani”. Ora rischia il processo

tribunale cassino

Il tribunale di Cassino

In un momento molto difficile della sua vita aveva confidato a un’amica il bisogno di parlare con una guida spirituale. Una persona che fosse in grado di comprenderla, in un momento in cui una serie di eventi negativi era sopraggiunta all’improvviso. Così la donna aveva accettato il consiglio della confidente, che le aveva proposto l’incontro con un religioso non appartenente alla chiesa cattolica apostolica romana e non del posto, ma che riceveva anche nel Cassinate. Ciò che non era previsto, invece, quanto poi finito in una denuncia presentata a carico del religioso, che ha negato subito gli addebiti. E che ora rischia un processo per violenza sessuale per aver - secondo le accuse - “allungato le mani”.

I fatti risalgono al 2020. Da allora, dopo la presentazione della denuncia (che non è stata immediata né facile) si sono susseguiti numerosi rinvii per problemi di natura diversa. Fino alla recente fissazione - per il prossimo mese di maggio - dell’udienza preliminare a carico del religioso, che potrebbe essere chiamato ad affrontare un processo per l’ipotesi di violenza sessuale oppure essere prosciolto. Come denunciato dalla donna - rappresentata dagli avvocati Alberto Scerbo e Alessandro Cervelli - la stessa si sarebbe trovata spiazzata. Invece di conoscere una leva spirituale che potesse guidarla per bypassare il momento di crisi, si sarebbe trovata in una situazione affatto prevista: dopo essere stata accompagnata nel luogo in cui il religioso riceveva, sarebbe stata lasciata sola per palesare allo stesso il suo dolore. Ma le cose non sarebbero andate come previsto. Denunciare non è stato facile.

Quando ha avuto il coraggio sufficiente per raccontare quei momenti, avrebbe riferito non solo di attenzioni “particolari” ma di un approccio inatteso, dopo averle impartito la benedizione. Pochi istanti e si sarebbe trovata “chiusa” in un angolo, mentre lui avrebbe “allungato le mani”, sempre secondo quando poi denunciato agli inquirenti. Quindi l’apertura di un’indagine delicata e l’escussione di alcuni testimoni, fino alla richiesta di rinvio a giudizio. Tutti gli elementi dovranno superare ora il vaglio del giudice per le udienze preliminari.

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