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I dati

Inquinamento record in Ciociaria

L’Ispra ha analizzato i dati del 2024 di 552 centraline in Italia: per il Pm10 la seconda peggiore è Ceccano

Inquinamento record in Ciociaria

La pianura padana, l’area di Napoli e la Valle del Sacco. Sono le aree più esposte alle polveri sottili in Italia. Sono, per dirla con un titolo che ha provocato grandi discussioni nel recente passato, le capitali dell’inquinamento. A certificarlo, questa volta è l’Ispra che ha messo in fila, grazie ai dati delle agenzie regionali di protezione ambientale, i dati di tutte le 552 centraline di rilevamento presenti sul territorio nazionale. E i dati confermano quelli, relativi ai soli capoluoghi, diffusi da Legambiente con la campagna Mal’aria.

Pm10

Nel 2024 Ceccano è risultata la seconda centralina italiana per numero di superamenti annui del limite dei 50 microgrammi per metro cubo. Tale soglia non andrebbe superata per più di 35 giornate. A Palermo Boccadifalco i superamenti sono stati 93, mentre a Ceccano 79. Sul terzo gradino di questo poco invidiabile podio c’è Soresina (Cremona) con 75. Appena sotto Frosinone e Rezzato (Brescia) con 70. Frosinone - e questo l’aveva già certificato Legambiente - con la centralina di via Puccini è il capoluogo con il maggior numero di violazioni annue della soglia tollerata. Ma non solo, la provincia di Frosinone è rappresentata anche da Cassino con 56 sforamenti, al ventesimo posto. Scendendo la classifica, Ferentino con 33 superamenti è 104ª, Alatri con 30 è 120ª, Frosinone viale Mazzini con 19 è 190ª, Anagni con 13 è 263ª e Fontechiari con 7 è 407ª.

La Ciociaria si conferma uno dei territori più inquinati al pari delle province di Brescia, Cremona, Padova e Verona tutte con più di una centralina tra le peggiori 25 d’Italia. Quanto alle medie annuali (il limite, fissato a 40 microgrammi per metro cubo) maglia nera ancora a Palermo Boccadifalco con 47, poi ci sono Napoli ospedale nuovo Pellegrini e Catania viale Vittorio Veneto. Ceccano è sesta in Italia con la media di 35, poi Cassino è tredicesima con 33 al pari di altre sei centraline, quindi Frosinone Scalo è trentunesima con 31. Le province con più centraline tra le peggiori d’Italia insieme a Frosinone sono Napoli, Cremona, Verona, Palermo, Padova e Caserta.

Per l’Ispra, «nel bacino padano esistono condizioni meteoclimatiche e orografiche uniche, anche rispetto al contesto europeo, che favoriscono, in particolare nei mesi invernali, l’accumulo degli inquinanti in atmosfera e i processi chimico-fisici che determinano la formazione di particolato secondario. Altre zone dove sono stati registrati superamenti diffusi del valore limite giornaliero sono localizzate in Lazio, nella zona della Valle del Sacco (in provincia di Frosinone); a Napoli e in alcuni comuni della pianura campana».

L’Ispra precisa che i dati includono i giorni di superamento della soglia dovuti anche agli eventi di intrusione di polveri da regioni desertiche. E che «la Direttiva Europea sulla qualità dell’aria 2008/50/CE (recepita in Italia dal D.Lgs 155/2010) prevede la possibilità di dedurre tali giorni dal computo effettuato ai fini di valutare la violazione del valore limite giornaliero del Pm10». Per cui il numero totale può essere soggetto a decurtazione.

Pm2,5

Sul fronte delle polveri più fini, il Pm2,5 in Italia «rispettati per la prima volta i limiti da quando si effettuano i monitoraggi (2007) - rileva ancora l’Ispra - confermando la tendenza degli ultimi 4 anni con qualche superamento in 3-4 stazioni». Modesta la riduzione, del 3,1%, rispetto ai valori medi dell’ultimo decennio. Per il Pm2,5, in provincia di Frosinone va un po’ meglio, anche se va precisato che le centraline con i dati peggiori, Ceccano e Frosinone Scalo, non misurano questo dato. Nella classifica dell’Ispra le peggiori in Italia sono Soresina e Monza via Machiavelli più altre quattro al terzo posto con una media tra 25 e 23 microgrammi per metro cubo, molto vicina al valore limite dei 25. Cassino, con una media di 20, è diciannovesima in Italia. Poi Colleferro è 51esima, Ferentino 70esima con 16 e Frosinone viale Mazzini 159esima con 12.

Biossido d’azoto

Lo studio dell’Ispra considera altri inquinanti. Per il biossido d’azoto Napoli ente ferrovie, Palermo Di Blasi e Genova corso Europa sono le peggiori per valore medio annuo, la cui soglia è fissata a 40 microgrammi per metro cubo. Quanto alla provincia di Frosinone, Cassino è 41ª con una media annua di 31, Alatri 58ª con 29, Frosinone Scalo centesima con 25, Ceccano 114ª con 24. Ferentino 148ª con 22, Frosinone alta 169ª con 21, Anagni quattrocentesima con 13 e Fontechiari 572ª con 4. L’Ispra rileva pure che «occorre considerare che i periodi di stagnazione atmosferica invernali (inversione termica a bassa quota, alta pressione livellata, assenza di precipitazioni, vento molto debole o assente) in alcune delle aree del paese solitamente più critiche, sono stati più frequenti e intensi nell’anno appena trascorso rispetto al 2023, favorendo in diversi giorni il superamento della soglia prevista per il valore limite giornaliero di 50 μg/m³».

In conclusione, lo studio osserva che «secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inquinamento atmosferico è uno dei maggiori rischi ambientali per la salute. Lo scenario che introduce la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria entrata in vigore il 10 dicembre 2024 e in attesa di recepimento nell’ordinamento nazionale indica la necessità di individuare e attuare rapidamente strategie aggiuntive rispetto a quelle già implementate, atte a ridurre significativamente l’inquinamento atmosferico, tenuto conto del fatto che i livelli attuali sono superiori, in larga parte del paese, ai valori limite della nuova direttiva e ai valori guida dell’Oms. La strada da percorrere è ancora lunga e richiede un’ulteriore - particolarmente rilevante - riduzione delle emissioni».

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