Spazio satira
Frosinone
28.02.2025 - 13:00
I soccorritori sul luogo dell’omicidio lo scorso 9 marzo
Omicidio di via Moro, oggi si decide. È prevista per questo pomeriggio, davanti al gup Antonello Bracaglia Morante, l’udienza a carico dell’albanese Mikea Zaka, accusato di omicidio e triplice tentato omicidio, per aver fatto fuoco, il 9 marzo 2024, uccidendo il connazionale Kasem Kasmi e ferendo il fratello di questi Ervin, nonché i fratelli Klevin e Alvider Hidraliu.
L’imputato, difeso dall’avvocato Giovanni Tedesco, che come la prima udienza non dovrebbe essere in aula per motivi precauzionali (si temono ritorsioni come emerso dalle intercettazioni nel corso delle investigazioni), ha chiesto e ottenuto di essere processato con il rito abbreviato. La procura, infatti, non ha ravvisato gli estremi per le aggravanti che avrebbero portato in Corte d’assise. Inoltre, lo stesso imputato la sera stessa dell’omicidio si era consegnato in questura e aveva ammesso i fatti ricostruendo l’accaduto.
Peraltro, la squadra mobile di Frosinone che ha indagato sul fatto aveva acquisito le immagini della videosorveglianza, interna (del locale) ed esterna (del Comune), nonché sentito i presenti sul luogo della sparatoria e le vittime. Le indagini si sono basate sulla perizia balistica condotta dalla polizia scientifica oltre che sui risultati dell’autopsia. Secondo l’accusa, Zaka, «mentre si trovava ai tavoli esterni del bar Shake unitamente ad altri quattro amici e conoscenti veniva avvicinato dai fratelli Kasmi, Kasem e Ervin, e Hidraliu, Klevin e Alvider: lo Zaka si alzava per primo e, all’avvio di una colluttazione tra i due gruppi, immediatamente estraeva l’arma ed esplodeva in sequenza almeno sei colpi ad altezza d’uomo, mirando al petto di Ervin Kasmi e poi di Kasem, quindi alle spalle di Klevin e Alvider Hidraliu». Zaka è accusato della ricettazione dell’arma, acquistata per 350 euro e la violazione della legge sulle armi avendo portato la pistola in un luogo pubblico. La pistola utilizzata per sparare «almeno sei colpi», come ricostruito dagli investigatori sarebbe una 7x65, mai ritrovata, e che l’imputato ha riferito di aver lanciato nel Cosa.
Contro Zaka si sono costituiti parte civile i familiari del deceduto e i tre feriti, assistiti dagli avvocati Martina Stirpe, Martina Iachetta, Tony Ceccarelli, Christian Alviani e Laura Rapuano. Parte civile anche il Comune di Frosinone attraverso l’avvocato Rosario Grieco.
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