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Frosinone

Omicidio allo Shake, oggi in aula

Alle 15 davanti al giudice per l’udienza preliminare si decide sulla richiesta di rito abbreviato

Omicidio Shake

La polizia e le ambulanze in via Aldo Moro, sabato scorso, dopo la sparatoria costata la vita a Kasem Kasmi

Omicidio allo Shake bar, oggi prima udienza per il rito abbreviato. Inizialmente era stata fissata, come inizio del processo, la data del 9 dicembre davanti alla Corte d’assise di Frosinone. Tuttavia, il difensore dell’albanese Mikea Zaka, 24 anni, accusato di aver fatto fuoco, il 9 marzo di un anno fa, all’interno del bar e ucciso il connazionale Kasem Kasmi nonché di aver ferito tre persone, ha chiesto il rito abbreviato. Da qui la scelta del 31 gennaio per discutere se accogliere o meno la richiesta, che consente lo sconto di un terzo di pena. Possibilità, allo stato, ammessa in quanto la procura di Frosinone ha valutato insussistenti le aggravanti che avrebbero impedito di ricorrere ai benefici dell’abbreviato. Proprio sulla mancata contestazione delle aggravanti proveranno a giocare la propria partita le parti civili che rappresentano le vittime.

Zaka, difeso dall’avvocato Giovanni Tedesco, sulla base delle indagini condotte dalla squadra mobile di Frosinone, è accusato di omicidio volontario per aver esploso «almeno sei colpi dalla pistola calibro 7,65 che illegalmente portava con sè verso Kasmi, che decedeva in conseguenza di un colpo in pieno petto», del triplice tentato omicidio del fratello della vittima Ervin e dei fratelli Klevin e Alvider Hidraliu, che sono rappresentati dagli avvocati Martina Stirpe, Martina Iachetta, Tony Ceccarelli, Christian Alviani e Laura Rapuano. L’imputato, secondo l’accusa, «mentre si trovava ai tavoli esterni del bar Shake unitamente ad altri quattro amici e conoscenti veniva avvicinato dai fratelli Kasmi, Kasem e Ervin, e Hidraliu, Klevin e Alvider: lo Zaka si alzava per primo e, all’avvio di una colluttazione tra i due gruppi, immediatamente estraeva l’arma ed esplodeva in sequenza almeno sei colpi ad altezza d’uomo, mirando al petto di Ervin Kasmi e poi di Kasem, quindi alle spalle di Klevin e Alvider Hidraliu». A Zaka, inoltre, sono contestate la ricettazione dell’arma, acquistata da una persona rimasta ignota per la cifra di 350 euro e mai ritrovata, nonostante i tentativi di ripescarla nel Cosa e la violazione della legge sulle armi.

L’udienza è stata fissata per le 15 e, come richiesto dal pubblico ministero che segue il caso il sostituto Samuel Amari, il gip Antonello Bracaglia Morante ha disposto che Zaka, pur autorizzato a presenziare in aula, assista all’udienza da remoto. Questo per «il cospicuo allarme sociale determinato dal fatto di sangue» nonché per «il coinvolgimento quali imputato e persone offese di soggetti appartenenti a nuclei familiari diversi, in relazione anche con esponenti della criminalità locale e l’eventualità che si verifichino atti ritorsivi nei confronti dell’indagato, già prospettati ed emersi nelle indagini di intercettazione successive al fatto».
Nel frattempo la giunta comunale, considerato che il sindaco Riccardo Mastrangeli ha rappresentato «l’opportunità di una costituzione di parte civile dell’amministrazione, legittimata all’azione risarcitoria», ha formalizzato l’incarico all’avvocato Rosario Grieco per la costituzione di parte civile.

La sparatoria avvenuta una sera di sabato durante la movida, in un locale pieno di gente, a Frosinone aveva destato scalpore. Contro la violenza si era svolta una marcia silenziosa dal campo sportivo fino in piazza Cervini. Mentre a Frosinone era giunto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che, in prefettura, aveva presieduto un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Le indagini, piuttosto rapide, considerato che la sera stessa dell’omicidio Zaka si è costituito in questura ed è stato arrestato dalla polizia, sono state integrate con l’acquisizione dei filmati della videosorveglianza interna del locale ed esterna del Comune, con attività tecnica d’intercettazione e con i risultati dell’autopsia e delle consulenze sui residui di sparo, sulla balistica e per la ricerca di tracce ematiche e di Dna.

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