Cerca

Fiuggi e Anagni

Un messaggio di pace. L'appello di Tajani

Fiuggi e Anagni hanno accolto le delegazioni straniere. Il punto sulle guerre in Medio Oriente e in Ucraina. E la necessità di una svolta

Tajani al G7

Tajani al G7

Anagni e Fiuggi al centro del mondo. Due giorni che profumano di storia per l’intera provincia di Frosinone. Un palcoscenico importantissimo per il territorio. Ieri mattina la città dei papi ha ospitato i lavori del G7. Alle 12 in punto l’arrivo del padrone di casa. Il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani è stato accolto dal prefetto Ernesto Liguori, dal presidente della Provincia Luca Di Stefano, dal sindaco Daniele Natalia e dai comandanti delle forze dell’ordine, il questore Pietro Morelli, il colonnello Gabriele Mattioli per i carabinieri e per la finanza il colonnello Stefano Boldrini. «L’Italia è protagonista al centro del dibattito politico internazionale», ha detto Tajani prima di raggiungere la sala della Ragione del palazzo comunale. Poi ha aggiunto: «Siamo tutti uniti per un cessate il fuoco in Libano e a Gaza. L’obiettivo di questo G7 è quello di raggiungere la pace in Medio Oriente e in Ucraina».

Poi uno dopo l’altro i ministri dei sette Paesi del G7 hanno raggiunto la sala della Ragione del Comune. Mélanie Joly (Canada), Jean-Noël Barrot (Francia), Antony Blinken (Stati Uniti), David Lammy (segretario di Stato per gli Affari Esteri del Regno Unito), Annalena Baerbock (Germania), Takeshi Iwaya (Giappone) e Josep Borrell Fontelles (alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della commissione europea). Dopo la tradizionale foto sono cominciati ufficialmente i lavori del G7 con la prima sessione dedicata al Medio Oriente. Tra i temi caldi del dibattito la necessità di un cessate il fuoco duraturo a Gaza, con immediato rilascio degli ostaggi, accesso umanitario per far fronte all’emergenza in corso; lavorare per una soluzione politica basata su “due popoli, due Stati”. Inoltre, promuovere la fine delle ostilità in Libano, evitare l’allargamento del conflitto, con particolare attenzione all’escalation tra Israele e Iran.

La città termale blindata

Nel pomeriggio i lavori si sono spostati a Fiuggi dove il ministro Tajani, prima di accogliere le delegazioni dei Paesi arabi, ha fatto il punto con la stampa nel palacongressi. «Durante questa prima sessione abbiamo parlato di Mar Rosso, di Libano, di Gaza – ha spiegato Tajani – Siamo tutti favorevoli a un cessate il fuoco. Per il Libano piena disponibilità dell’Italia se si raggiungerà l’accordo. Vogliamo giocare un ruolo nelle due missioni. Si devono rinforzare sia il sistema libanese sia le forze armate. Abbiamo condannato tutti gli attacchi alla base di Unifil. E qui la proposta italiana è quella del doppio cuscinetto». Per quanto riguarda la situazione a Gaza «abbiamo illustrato il piano più volte – ha aggiunto – Bisognava avere una posizione univoca sulla decisione della Corte Internazionale. Stiamo lavorando per trovare un accordo e credo sia giusto avere un testo che permetta di avere una visione unica. Adesso allarghiamo il dialogo ai cinque Paesi arabi». Dunque l’Italia in questo momento è al centro del confronto in un momento delicatissimo sulle due crisi che affliggono il Medio Oriente. «L’obiettivo del G7 – ha spiegato Tajani – di dare un segnale forte di unità». E un accordo tra una possibile tregua tra Israele e Libano è sempre più vicino. Ma Tajani è stato cauto: «Prima di concludere bisogna avere tutti gli accordi definitivi. Siamo fiduciosi. L’Italia è pronta a fare la sua parte proprio per il grande impegno che abbiamo profuso in Libano in questi anni. Ho incontrato il ministro degli esteri libanese, vedremo che cosa accadrà».

Mentre sul mandato di arresto internazione per Netanyahu Tajani ha detto che «bisogna essere sempre realisti e cercare di raggiungere la pace. Israele è un paese democratico, noi possiamo non essere d’accordo su come il suo governo ha guidato la reazione dopo la strage del 7 di ottobre. Adesso si deve trattare per arrivare a una pace in Libano e in Palestina. Le scelte velleitarie servono solo ad allungare la guerra. La Corte Internazionale si occupa di questioni giuridiche e non politiche. Io credo che in questo momento l’obiettivo da raggiungere sia quello della pace. Ogni morto che c’è in più è un fallimento».
Sulla guerra in Ucraina l’intenzione è quella di non inviare soldati. «Dobbiamo evitare un’escalation – ha concluso Tajani – Mandando aiuti e lavorando per la non sconfitta dell’Ucraina e la difesa del diritto internazionale».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione