Cerca

Quel che resta della settimana

Centro storico e quartiere Scalo. L’isola (felice) che non c’è

La movida (molesta) al centro storico e il tema della sicurezza e del degrado allo Scalo

panorama frosinone

Un panorama di Frosinone

La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri. Questa frase, attribuita a Martin Luther King (ma il concetto era già presente nella filosofia di Immanuel Kant), fotografa bene alcune situazioni che si stanno verificando a Frosinone, nel capoluogo. Relativamente a due fenomeni in particolare: la movida (molesta) al centro storico e il tema della sicurezza e del degrado allo Scalo. Non serve a nulla chiudere gli occhi, provare a minimizzare, seguire la logica delle pacche sulle spalle per cercare di convincere (o di convincersi?) che va tutto bene e che Frosinone è un’isola felice. Non è più così da tanto tempo.

Nell’enciclopedia Treccani si legge che «nel linguaggio giovanile degli anni Novanta, movida ha assunto il significato generico di animazione, situazione, ambiente piacevolmente movimentati». Nulla a che vedere con le situazioni descritte e documentate da chi nel centro storico abita. Rumori insopportabili, schiamazzi fino a notte inoltrata, bottiglie rotte, vetri, cartacce e tanto altro ancora. Il Comitato dei residenti è sul piede di guerra e chiede risposte rapide e concrete all’Amministrazione Comunale. E non solo. Negli ultimi giorni sono intervenuti ben sette consiglieri comunali: prima Pasquale Cirillo, poi Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli, Carlo Cagliardi, Armando Papetti, Andrea Turriziani, Claudio Caparrelli. Questi ultimi hanno scritto che siamo in presenza «di una prassi consolidata tollerata dall’Amministrazione, che sembra avere maggiore attenzione a tutelare il diritto allo svago ed al divertimento rispetto al sacrosanto e prevalente diritto al riposo e quindi alla quiete pubblica». Il nodo è esattamente questo.

Quando verrà l’ora delle persone civili ed educate?
Le due esigenze vanno tenute insieme. Certo che esiste il diritto al divertimento. Ma c’è pure il diritto al riposo e alla quiete pubblica. A questo servono le regole, a questo serve la politica, a questo serve l’amministrazione. Certi processi vanno governati. Il corto circuito sta nel fatto che non scatta mai il secondo tempo dei provvedimenti: il secondo tempo è quello delle sanzioni per chi contravviene alle regole, facendo “casino” dopo una certa ora, urlando in mezzo alla strada come se fosse “il padrone della notte”. Per non parlare del consumo degli alcolici fuori tempo massimo, dei danni al decoro e all’arredo urbano. Minimo comun denominatore: maleducazione, ignoranza, prepotenza, arroganza. Ma pure certezza che nessuno andrà a contestare nulla. Invece non si può andare avanti così. E quello che i residenti chiedono all’Amministrazione è proprio di far scattare controlli e verifiche dopo una certa ora. Sistematicamente. Facendo rispettare le regole e applicando le sanzioni. Poi, qualora dovessero manifestarsi altri profili, allora la materia diventerebbe di competenza delle forze dell’ordine. Ma in ogni caso le notti del centro storico non possono trasformarsi in una sorta di bolgia. Neppure è pensabile girarsi dall’altra parte e fare finta di non vedere. Ci si diverte fino ad una certa ora, in maniera civile peraltro. Poi magari si va a dormire. E soprattutto si lasciano dormire i residenti. La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri. Altrimenti, quando arriverà il momento delle persone educate e civili, che rispettano le regole ma poi devono sopportare i disagi derivanti dalla maleducazione?

Nell’area Stazione la sicurezza come tema centrale
Per quanto riguarda il quartiere Scalo, da tempo i cittadini sono costretti a convivere con diverse situazioni. Il consigliere Cirillo nei giorni scorsi ha parlato di «bottiglie ovunque, persone che dormono sulle panchine alle prime luci dell’alba, risse tra extracomunitari, sporcizia, degrado assoluto». Le cronache di questi ultimi anni hanno puntualmente riferito di accoltellamenti, di spaccio e di tanto altro. Istituzioni e forze dell’ordine stanno facendo la loro parte, su questo non c’è alcun dubbio. Ma il punto è rappresentato dalla percezione dei residenti, molti dei quali hanno paura, non frequentano la piazza, preferiscono restare a casa. Siamo in un momento storico nel quale si sta progettando la Frosinone del futuro. E l’Amministrazione del sindaco Riccardo Mastrangeli punta sulla mobilità urbana e sulla riqualificazione degli spazi. Pensiamo a piazza Turriziani, alla piazza dello Scalo, a piazzale Kambo. Allora magari questo è il momento giusto per affrontare la visione del “capoluogo che verrà” nella sua interezza: dall’urbanistica alla riqualificazione, dal trasporto pubblico alla sicurezza. Poi è evidente che le competenze specifiche sono diverse. Però una cosa è chiara: rimuovere le situazioni di degrado urbano, garantire l’illuminazione nelle periferie, effettuare i controlli dopo una certa ora, applicare le sanzioni e tutto il resto vuol dire fare sentire la presenza delle istituzioni. Ai cittadini e alle famiglie. E a chi sennò?

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione