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Frosinone

L'Accademia di Belle Arti lascia Viale Marconi

L’ente di piazza Gramsci ha chiesto, tra l’altro, di liberare l’immobile entro il 30 settembre 2025

Accademia di belle arti

L’Accademia di Belle Arti deve lasciare la sede di viale Marconi. L’avviso di “sfratto” è arrivato dalla Provincia, che ha chiesto il rilascio dell’immobile entro il 30 settembre 2025, per «per poter riallocare il personale dell’Amministrazione provinciale in quanto la sede» di piazza Gramsci (palazzo Jacobucci) «sarà interessata da lavori di ristrutturazione» finanziati con fondi del Pnrr, come si apprende dai verbali del Cda dell’Accademia. Uno scenario che ha portato l’Aba a pubblicare un avviso esplorativo, con scadenza 23 maggio, per la ricerca di immobili da destinare a sede dell’Accademia nell’ambito territoriale del comune di Frosinone. Una scelta che non vuole rappresentare soltanto una soluzione alternativa a quella di viale Marconi, ma che punta anche ad avere maggiori spazi a disposizione per ampliare l’offerta formativa, che, fino ad oggi, ha sofferto per la limitatezza dei luoghi fisici da poter utilizzare per istituire altri corsi. Allo scopo l’Aba sta cercando un immobile di superficie non inferiore a 1.000 metri quadrati, dislocato in un unico blocco, con la formula del «comodato d’uso gratuito» oppure si dice pronta a valutare anche «eventuali altre offerte onerose di acquisto o locazione, anche con la formula del “rent to buy” (concessione in godimento con diritto di acquisto)», secondo quanto recita l’avviso.

In ogni caso, nelle scorse settimane, come emerge dal verbale del Cda dell’Accademia del 2 aprile scorso, «dopo ampia discussione circa la possibilità di trovare altre soluzioni, tra cui anche privati, si propone la possibilità di collaborare alla risoluzione dei problemi per la condivisione degli spazi... Sarà cura del presidente, insieme al direttore, di trovare una soluzione alla ridistribuzione degli spazi con l’ingegnere Gemma, dirigente del patrimonio dell’amministrazione provinciale. Seguirà un sopralluogo finalizzato ad un accordo per condividere gli spazi della sede di viale Marconi» che oggi ospita uffici amministrativi, il corso di scultura e i laboratori di affresco, serigrafia e costume dello spettacolo con una rotazione quotidiana di circa 200 studenti.

Tuttavia, la Provincia, nella corrispondenza epistolare delle scorse settimane, precedente all’incontro richiamato nel verbale del 2 aprile nel quale si parla di condivisione degli spazi, aveva chiesto il pagamento dell’arretrato delle bollette delle utenze per circa 58.000 euro, proponendo, al contempo, l’ipotesi di acquisto o affitto della sede. «Da una prima ispezione fatta - come si legge dal verbale del Cda dell’Aba del 13 marzo scorso - risulta evidente che nell’edificio vi sono numerose criticità fra cui l’assenza di certificazione dell’impianto elettrico, la messa a norma incompleta del sistema antiincendio (sono presenti soltanto le segnalazioni delle vie di fuga, la sirena non funziona, vi è una sola cassetta di pronto soccorso); inoltre si osservano numerose zone in cui vi è ammaloramento del cemento armato, si rilevano anche numerose infiltrazioni d’acqua nei locali del piano terra provenienti dalla sovrastante via Napoli oltre ad ulteriori infiltrazioni legate ad ammaloramento del lastricato del terrazzo. Si ritiene che per rendere agibile ed a norma l’edificio siano necessarie opere di messa in sicurezza oscillanti fra i 50.000 e i 100.000 euro». Meglio cercare un’altra sede è stata la conclusione del Consiglio di amministrazione dell’Accademia di Belle Arti.

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