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La vicenda

Figli senza scuola e senza vaccini. Finiscono in casa famiglia

Il tribunale per i minorenni ha deciso di collocare in una struttura due ragazzini. Per la bambina il giudice ha confermato la misura: ora è insieme alla mamma. Ma il legale della madre la contesta e fa ricorso

sentenza

Non hanno iscritto i figli a scuola e non li hanno vaccinati. Sono questi i motivi per i quali il tribunale per i minorenni di Roma ha sospeso la responsabilità genitoriale delle madri (imparentate tra di loro) e ha collocato una bambina, insieme alla madre, e un ragazzino in una casa famiglia. Il primo provvedimento, adottato dal giudice delegato, è stato confermato dallo stesso magistrato all’esito dell’udienza alla quale sono comparsi la madre della bambina, assistita dall’avvocato Salvatore Delle Femine, il curatore speciale, il tutore delegato del sindaco del paese di residenza della famiglia, nel circondario di Frosinone, i servizi sociali e la struttura che ora ospita minore e genitore. In più il giudice ha anche disposto una valutazione della personalità della madre e di monitorare la relazione madre-minore anche ai fini di una diversa collocazione della bambina.

Uno stesso provvedimento, da confermare in udienza, è stato adottato anche nei confronti del ragazzino, facente parte della stessa famiglia, e di sua madre. Anche in questo caso, dopo l’accertamento dei servizi sociali, il giudice delegato, sempre su richiesta del pm, ha adottato un decreto provvisoriamente esecutivo, di sospensione della responsabilità genitoriale della madre del ragazzino, collocando quest’ultimo in casa famiglia e prevedendo incontri protetti con la madre. L’udienza per confermare la decisione è stata fissata ad aprile.

Nel corso dell’udienza per il caso della bambina, il legale della madre ha rappresentato che la donna ha accettato il provvedimento del tribunale e si è trasferita con la figlia nella casa famiglia, ha manifestato la disponibilità a portare la minore a scuola e anche alla vaccinazione, se la mancanza di questa rischia di privarla della figlia. La storia è emersa in occasione della pratica per l’assegno di inclusione. A un certo punto i servizi sociali si sono accorti che, nel nucleo familiare, c’era una bambina mai iscritta a scuola e priva di vaccinazioni. Da qui è stato attivato il procedimento che ha portato alla collocazione di madre e figlia in una casa famiglia.

Nel corso dell’udienza per la conferma è stata ripercorsa la storia familiare di un nucleo sostanzialmente matriarcale, residente in una zona isolata, ma che gestisce un’avviata attività economica nella quale anche la madre della minore risulta impiegata. E, anzi a tal proposito, il legale delle donne, entrambe impegnate nell’attività di famiglia, paventa anche un danno economico e seri rischi per la prosecuzione della stessa. La difesa davanti al giudice ha contestato alcune risultanze degli accertamenti condotti a carico della donna. Ha quindi negato che le condizioni abitative fossero precarie, che la bambina non possedesse giocattoli, evidenziando che, dallo scorso anno, la minore sta frequentando una scuola online e che la madre aveva avviato il percorso dell’istruzione parentale che avrebbe permesso alla minore, dopo un esame, di superare il primo biennio delle elementari. Al tempo stesso il legale, contestando alcune circostanze rappresentate dai servizi sociali, ha preannunciato al giudice la volontà di presentare una querela contro i servizi sociali.

Quanto alle motivazioni che hanno spinto la genitrice a non vaccinare la figlia, il che finora le avrebbe impedito di iscriverla a scuola, l’avvocato Delle Femine ha spiegato al tribunale dei minorenni che la fobia è riconducibile a un tragico evento verificatosi in famiglia con la morte di un bambino che si era da poco vaccinato. Nelle more del procedimento erano stati presi contatti, con l’intermediazione del sindaco, con il dirigente scolastico del posto che si era detto disponibile ad accogliere a scuola la ragazzina. Tuttavia, queste argomentazioni non sono state considerate insuperabili dal giudice che ha confermato il provvedimento di sospensione della potestà genitoriale della madre e di nomina di un tutore provvisorio. Per il magistrato, infatti, «è risultato inequivocabilmente che la minore non era stata scolarizzata e vaccinata e vi sono fondati motivi di ritenere che la stessa vivesse in un contesto di isolamento sociale». Contro tale provvedimento è stato presentato reclamo. Intanto, anche per il ragazzo è stato adottato il collocamento in casa famiglia per gli stessi motivi, in attesa della conferma del provvedimento nel contraddittorio delle parti, previsto per i primi di aprile.

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