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Frosinone

Pietrobono, si aspetta il Tar

Ieri l’udienza sulla richiesta di sfratto e vendita della scuola, ma il giudice attende il tribunale amministrativo

Scuola Pietrobono, sì della commissione

La scuola media “Pietrobono” di via Puccini al centro di un contenzioso

La scuola Pietrobono per ora è salva. Niente sfratto in attesa delle decisioni del Tar. Ieri, davanti al giudice dell’esecuzione del tribunale di Frosinone Simona Di Nicola c’è stata una nuova udienza del caso che oppone da una parte il fallimento Mancini e dall’altra il Comune di Frosinone, rappresentato dall’avvocato Marina Giannetti. Il punto è che il terreno sul quale, negli anni ‘70 del secolo scorso è stata costruita la scuola media, non è mai stata acquisito dal Comune in quanto la procedura di espropriazione non è stata mai portata a termine.

Da qui la richiesta del fallimento di mettere in vendita i beni pignorati, tra cui appunto la scuola, e di procedere con la liberazione dell’immobile. Dal canrto suo, il Comune con una delibera di consiglio comunale ha approvato l’acquisizione sanante del terreno in cui si erge l’istituto scolastico e ha messo sul piatto 116.468,37 euro. Tuttavia, il fallimento aveva impugnato il provvedimento davanti al Tar ritenendo illegittima la procedura seguita dall’amministrazione Mastrangeli e l’importo non congruo. L’udienza davanti al Tar è fissata per l’11 marzo, in attesa che i magistrati amministrativi si esprimano sulla questione, il giudice dell’esecuzione ha rinviato l’udienza di ieri ai primi di luglio. Già lo scorso ottobre la procedura esecutiva era stata congelata in attesa che l’ente decidesse quale strada seguire e portasse a compimento l’acquisizione sanante. All’epoca il Comune di Frosinone aveva accolto positivamente l’esito dell’udienza: «Il tribunale di Frosinone - scriveva - ha rinviato al 19 febbraio 2025 la presa d’atto della definitiva acquisizione all’esito del pagamento delle indennità di esproprio che avverrà nei termini e modi di legge nei confronti dell’avente diritto». Ma, evidentemente, così non è stato. Visto che, prima di decidere, il tribunale di Frosinone aspetta che lo facciano i giudici amministrativi sciogliendo l’intricata matassa della legittimità dell’esecuzione sanante.
Il Tar, infatti, dovrà valutare non solo se la strada intrapresa dal Comune per evitare lo sgombero della scuola è corretta, ma anche se la cifra messa a disposizione del fallimento sia sufficiente.

L’acquisizione sanante è una procedura eccezionale che il Comune ha adottato per riappropriarsi di un bene che considera suo, pur essendo stato realizzato su un terreno di proprietà privata in assenza di un valido provvedimento di esproprio. L’ente sostiene che l’area su cui è costruita la scuola risulta, ormai, irreversibilmente trasformata e adibita ad attività di pubblico interesse, per cui è impossibile la restituzione, così come una riduzione in pristino. Inoltre, per l’ente di via del Plebiscito risulta preminente l’interesse pubblico alla definita acquisizione al patrimonio comunale dell’immobile. Tuttavia, il punto resta controverso avendo adottato, recentemente, la Cassazione un orientamento diverso fissando paletti ben precisi, soprattutto da un punto di vista temporale, sui poteri d’azione dell’amministrazione pubblica.

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