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Frosinone

«Un ambientalismo tardivo». Il leccio di corso Lazio fa discutere

Il consigliere Anselmo Pizzutelli critica il sindaco sulle posizioni espresse dal Comune: «Su altre vicende analoghe non ho notato lo stesso attivismo»

«Un ambientalismo tardivo». Il  leccio di corso Lazio fa discutere

Famoso suo malgrado. Il leccio di corso Lazio, l’albero con la pista ciclabile intorno, da giorni anima il dibattito politico, cittadino, social e mediatico. Il sindaco Mastrangeli ha pubblicato un reel nel quale ha difeso la soluzione opzionata dall’amministrazione, ovvero quella di far girare la pista intorno all’albero, dicendo, tra le altre cose, di «aver salvato da morte certa un albero importante. Non si ravvedeva la ragione di doverlo abbattere o spostare. E anzi abbiamo lottato per tenerlo lì, adottando una soluzione che si vede anche in altre città». Una difesa d’ufficio da parte del sindaco Mastrangeli che ci sta nel dibattito anche se non si capisce la lotta contro chi sia stata condotta, visto che il progetto della ciclabile è del Comune, voluto dal Comune e realizzato dal Comune. Una lotta, quindi, contro chi? contro se stessi? Chi era questo fantomatico “nemico”? Più che altro, ciò che ha fatto discutere è stata la modalità di realizzazione di una sorta di chicane attorno alla pianta, un po’ “artistica” per usare un eufemismo, e più di qualcuno ha fatto notare che, forse, vista la presenza del leccio, la pista poteva avere un tracciato differente.

Nel dibattito si è inserito anche il consigliere Anselmo Pizzutelli: «Questo ambientalismo dell’ultima ora da parte del sindaco fa riflettere in negativo e non convince affatto. Dov’era questa sensibilità quando la sua amministrazione ha cercato di abbattere in tutti i modi possibili e immaginabili il cedro libanese della nuova piazza alla stazione, che rappresenta l’unico elemento di pregio e di decoro di quell’area? Se oggi quell’albero c’è ancora è soltanto grazie al mio impegno e, devo dire, anche a quello dell’ex sindaco Nicola Ottaviani, che ringrazio pubblicamente, che è riuscito in un’opera di moral suasion, facendo tornare sui propri passi chi era animato dalla volontà di segare quella pianta. E poi, come dimenticare la vicenda della magnolia di largo Turriziani».

«Sulla questione del leccio - prosegue Anselmo Pizzutelli - nel corso del question time del 4 ottobre 2023, ho chiesto chiarimenti riguardo l’abbattimento ingiustificato di oltre 10 lecci, esemplari di almeno 25 anni, in corrispondenza della nuova rotatoria di corso Lazio. Ho sottolineato che, per quegli alberi che non potevano essere salvati, si sarebbe potuto considerare l’espianto e il reimpianto nelle vicinanze. Ho richiamato, inoltre, il rispetto dell’articolo 17 del “Regolamento comunale sul verde pubblico e privato”, che sembrava sconosciuto al sindaco, all’assessore e al dirigente. La risposta che ho ricevuto è stata una difesa di circostanza, senza un reale interesse per la sorte delle piante abbattute. Quello che non mi convince è come sono stati compensati quegli alberi tagliati. Perché mi sembra di aver capito che per ogni albero abbattuto, ripeto parliamo di alberi di 25 anni quindi di una certa importanza, la città ha avuto un danno economico, ambientale e ornamentale. Ora dire che per ogni albero ne sono stati piantati altri due non è sufficiente, perché due alberi di pochi mesi non ne fanno uno di 25 anni. Mi è sembrato troppo poco e, inoltre, francamente disarmante il fatto, poi, che non sia stata fatta una valutazione del danno che è stato prodotto tagliando tutti quegli alberi».

«Certamente, si sarebbe dovuto chiedere di compensare questo danno, perché per me è un vulnus l’abbattimento delle piante di corso Lazio, e il surrogato di un albero grande non può essere semplicemente rappresentato da due alberi piccoli. Quei lecci tagliati potevano essere salvati e trattati in maniera diversa. E per questo la svolta ambientalista dell’ultima ora di Mastrangeli non mi convince, perché le sue esternazioni difensive sono conseguenza soltanto della valanga di critiche che lo hanno travolto per l’eccentrica soluzione della ciclabile, poiché se avesse avuto veramente a cuore il patrimonio arborero cittadino si sarebbe speso anche nel recente passato per i dieci esemplari brutalmente abbattuti per far posto a una rotatoria» ha concluso Anselmo Pizzutelli.

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