Spazio satira
Frosinone
23.09.2024 - 20:06
I commercianti di via Marittima chiedono di invertire il senso di marca
Arriviamo alle 11 in punto. L’appuntamento è davanti al Caffè Grande, in via Marittima. Raggiungiamo a piedi il luogo dell’incontro. È giorno di mercato settimanale. Giovedì. Mentre intorno l’ingorgo c’è e si vede, in via Marittima sembra quasi esserci il coprifuoco. Poche auto. A dire il vero ne vediamo anche una contromano. Quanto inevitabilmente scorgiamo, poco dopo ci viene confermato dalle parole, subito seguite da un appello, di chi chiede all’amministrazione comunale, al sindaco Riccardo Mastrangeli, di poter lavorare, di essere aiutato a non abbassare le serrande delle attività per cui ha fatto e continua a fare sacrifici.
A chi chiede di essere quella parte importante della comunità, utile a contribuire allo sviluppo di una città, di un territorio, di un capoluogo e non vedersi costretto a licenziamenti, a pensare di trasferirsi. A pensare di chiudere attività fino a pochi mesi fa, dopo il periodo dell’emergenza sanitaria da Covid 19, risollevate non senza difficoltà, e ora di nuovo affondate, come se ci fosse di nuovo il lockdown. Ci mettono la faccia Massimo Nobili, Carlo Grande e Marco D’Onorio. Anche a nome di altri commercianti di via Marittima. Una richiesta su tutte è condivisa a gran voce; chiedono di cambiare il senso di marcia del senso unico. Direzione via Aldo Moro verso la stazione e non viceversa come ormai da mesi accade. Non sono contro il Brt, o meglio il Bus Rapid Transit: la corsia privilegiata per i nuovi bus elettrici con cui rivoluzionare il modo di spostarsi dentro Frosinone. Non sono contro l’amministrazione Mastrangeli. Ma vogliono che vengano messi nelle condizioni di lavorare. E non di perdere clientela, di vedere crollare il fatturato, di perdere guadagni.
Carlo Grande è nel suo locale “Caffè Grande”. Ci presenta alcuni dei dieci dipendenti del turno mattutino. Ci mostra quanto impegno c’è dietro quel bancone e con amarezza ci confida che non vorrebbe mai vedersi costretto a licenziare. «Il fatturato rispetto a un anno fa è crollato. Nel pomeriggio si vedono ancora meno clienti. E dalle 20 non passa proprio più nessuno in via Marittima. Non si vedono più molti dei clienti abituali, neppure gente di passaggio. Il traffico non riesce a defluire, ad esempio, venendo da viale Mazzini verso la rotatoria all’inizio di via Aldo Moro e via Marittima, soprattutto con l’inizio delle scuole la situazione è peggiorata. In via Marittima il deserto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le multe elevate in tutta via Marittima qualche sera fa. Le hanno fatte anche alle nostre auto. Sì, è vero, ci sono i divieti di sosta (tra l’altro abbiamo sempre parcheggiato lungo il tratto). E ora che è stato predisposto il senso unico di marcia e il cantiere è fermo, perché non si viene incontro agli automobilisti? Dove dovremmo parcheggiare? Quanto dovrebbero camminare i nostri clienti per venire a prendere un caffè o le sigarette? In questo modo le nostre attività muoiono». Il titolare di Caffè Grande fino a giugno scorso gestiva un’altra attività poco distante, una pizzeria al taglio. E ci dice che dal giorno di chiusura non ha mai ricevuto una chiamata anche solo per ricevere informazioni sulla vendita o l’affitto. «Nessuno vuole più investire in via Marittima. Abbiamo avuto una perdita pari al sessanta per cento. Chiediamo almeno di fare una prova: invertire il senso di marcia. Cambiare il senso unico».
Massimo Nobili arriva a piedi. È titolare del negozio di bomboniere, restauro e antiquariato. Anche lui ritiene che invertire il senso unico sia quanto meno necessario per evitare il crollo totale. E porta all’attenzione un’altra questione. «Non ci sono posti per lo scarico merci. Andrebbe almeno data la possibilità di sostare per scaricare la merce. Giorni fa ho dovuto fare sei giri con il furgone per scaricare alcune porte». Ci accompagna, poi, verso il tratto di strada all’altezza della fermata dell’autobus. L’asfalto, da poco sistemato, è di nuovo deteriorato. E mentre camminiamo non possiamo non notare le erbacce lungo il marciapiede, la pista ciclabile. Nel frattempo incontriamo Marco D’Onorio di “Buon forno”. Alla domanda di un collega commerciante che gli chiede come va, non esita a rispondere subito con... «è un pianto amaro. Non c’è più affluenza. Costretto a mandare via un dipendente per un “senso di marcia”. Chiediamo almeno di cambiare il senso unico». Lo stesso identico appello arrivato anche da alcuni cittadini e automobilisti incontrati durante la nostra chiacchierata con i commercianti di via Marittima. Che chiedono soltanto di essere ascoltati.
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