Spazio satira
L'appuntamento
31.01.2025 - 20:35
L'autore del libro "La scomparsa dei colori" Luigi Manconi e il direttore artistico della rassegna Fabrizio Vona
Veroli la prende con Filosofia. L’anteprima del Festival, ormai divenuto caposaldo del calendario estivo verolano, si è tenuta mercoledì nell’aula magna, alla presenza di studenti dell’IIS Sulpicio e dell’Istituto San Bernardo. Proprio a loro è rivolta la novità introdotta quest’anno: i ragazzi saranno attivamente coinvolti nel Festival non solo con una serata che li vedrà tra gli oratori, ma anche con una terna di premi che verrà assegnata ai lavori da loro prodotti e reputati meritevoli di questa particolare menzione.
Protagonista dell’appuntamento di mercoledì, il libro “La scomparsa dei colori” di Luigi Manconi, presentato dallo stesso autore a dialogo con il direttore artistico della rassegna, Fabrizio Vona. Un’anteprima nell’anteprima anche per il tema di questa sesta edizione, ovvero “Salute e malattia, saggezza e follia”. È un focus che, come precisato dal direttore artistico, «può sembrare astratto ma che ha molto a che fare con le vite di tutti noi».
A portare i saluti dell’amministrazione il sindaco Germano Caperna e l’assessora Francesca Cerquozzi. Il primo cittadino ha ringraziato l’ospite per la sua presenza e per «il suo impegno tra gli ultimi, a difesa e tutela di chi, pur sbagliando, ha comunque il diritto di vivere la vita a colori». Un rimando al suo profondo attivismo sul campo della giustizia detentiva che ha caratterizzato e caratterizza il lavoro del professore. L’assessora Cerquozzi ha ricordato come «la filosofia aiuti a porci le domande giuste, utili per guardare la realtà da punti di vista differenti».
Proprio sul cambio di prospettiva, muovono i passi le pagine di Luigi Manconi in cui l’autore descrive la sua storia, quella della progressiva perdita della vista e di una lenta discesa in un buio ma anche di un’opportunità di conoscenza «Ho cercato di raccontare come una tragedia irreparabile non sia affatto la fine: è tutto qui il senso del mio libro».
Infatti, il dramma raccontato nel suo quotidiano palesarsi, è accompagnato da un profondo buonumore e, come lo stesso professore ribadisce, da una lettura quotidiana all'insegna dell’autoironia. Il resoconto di Manconi è un lento dissiparsi in cui il patrimonio visivo è fatto di ricordi e non arricchito dei dettagli della realtà attuale. Finiscono lì le immagini ferme nel passato dei figli, le loro fattezze congelate e non più fedeli al loro divenire. Quello di Manconi è un tempo rimpicciolito, annidato e concentrato nel presente, un presente tale da richiedere attenzione e scrupolo anche nelle mosse più semplici.
Una vita accompagnata, la sua, traduzione anche nella perdita di libertà nei piccoli gesti. Un'esperienza nuova che ha portato l’autore anche alla (ri)scoperta della fiducia negli altri senza sospetti e diffidenze, necessaria anche e soprattutto nell'ostilità urbana che circonda la disabilità. Lo stesso sostrato che connota per Manconi il senso della politica. «La Politica, quella vera che cerca di trasformare le esistenze delle persone comuni e vuole cambiare le cose, per essere efficace ha bisogno della relazione e delle relazioni che tutte si basano sul reciproco affidamento». Un assaggio di quello che quest'estate si affronterà nel Festival che avrà come ospiti già confermati Massimo Recalcati e Giordano Bruno Guerri.
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