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Politica internazionale

Governo Barnier sull'orlo del baratro: la mozione di sfiducia di Marine Le Pen mette a rischio la stabilità della Francia

Domani è previsto il voto decisivo. Senza la manovra il Paese è a rischio

Marine Le Pen

Le Pen verso la mozione di sfiducia al governo Barnier

Solo due mesi al potere e il governo di Michel Barnier sembra già destinato a cadere sotto i colpi di una crisi politica che coinvolge tutte le forze parlamentari. Marine Le Pen ha deciso di staccare la spina al premier, presentando una mozione di sfiducia dopo che il suo ultimatum è scaduto senza ottenere risposte soddisfacenti. La proposta sarà discussa mercoledì all'Assemblée Nationale, e non mancherà di raccogliere i voti della gauche e delle forze di estrema destra, unite nella contrarietà alla manovra finanziaria 2025. Il destino del governo Barnier appare ormai segnato.

Una manovra finanziaria impopolare

Nonostante i numerosi cedimenti sulla linea del rigore economico, mirati a ridurre il deficit pubblico, il premier non è riuscito a trovare una mediazione con la leader del Rassemblement National (Rn). In particolare, la proposta di legge sulla manovra finanziaria 2025 ha acceso le tensioni, con Le Pen che ha imposto dure condizioni su temi come le pensioni e le imposte sulle aziende e i cittadini.

In un contesto di crescente isolamento, Barnier ha fatto ricorso all'articolo 49.3 della Costituzione francese, uno strumento che consente al governo di approvare leggi senza passare per il voto dell’aula. Questo passo ha suscitato un clima di tensione nell’emiliano del Palais Bourbon, dove la sinistra radicale, guidata da Jean-Luc Mélenchon, ha annunciato una motion de censure (mozione di censura) sostenuta anche dall’estrema destra del Rn.

La difficile posizione di Barnier

Nonostante le concessioni fatte dal premier, come la sospensione dell’aumento delle tasse sull’elettricità e il taglio agli aiuti medici di Stato per gli stranieri, il governo non è riuscito a trovare un accordo con il Rn. La richiesta finale di Le Pen, l’indicizzazione di tutte le pensioni, è stata rifiutata da Barnier, segnando di fatto il fallimento del dialogo.

La motion de censure del Rassemblement National, che potrebbe ottenere oltre 300 voti (i 288 necessari per far cadere il governo), rischia di essere una delle più determinanti della storia recente della politica francese. Se approvata, segnerebbe una caduta politica senza precedenti dalla fine del governo di Georges Pompidou nel 1962.

Le preoccupazioni economiche e la crisi di fiducia

Il governo Barnier, nato solo a settembre dopo complesse trattative politiche, era chiamato a ridurre il debito pubblico della Francia, minacciato da un deficit che si avvicina ai 30 miliardi di euro. Tuttavia, le difficoltà politiche si sono riflettute anche sull’economia, con i titoli francesi che sono giunti ai livelli della Grecia e uno spread con la Germania che ha raggiunto i valori della crisi del 2012.

"Questa settimana sarà determinante non solo per i francesi ma anche per le imprese", ha dichiarato la Confederazione delle Piccole e Medie Imprese (Cpme). Un’eventuale mozione di sfiducia, avverte l’associazione, potrebbe portare a una nuova fase di instabilità economica, con rischi significativi per le aziende francesi, già preoccupate per una possibile crisi del debito.

Macron sotto pressione: la crisi interna e il silenzio dell'Eliseo

La crisi politica e finanziaria sta esercitando una crescente pressione anche su Emmanuel Macron. Nonostante il crescente malcontento che serpeggia nel paese, il presidente si è finora mantenuto distante dalla politica interna, scegliendo di concentrarsi su una visita di Stato in Arabia Saudita. Al suo ritorno, potrebbe trovarsi a fronteggiare la caduta del governo di Barnier, un evento che, se accadesse, aprirebbe nuovi scenari politici in una Francia già in crisi.

Mai come in questo momento, una parte significativa dell’opinione pubblica, che si attesta al 52%, sembra desiderosa di vedere Macron fare un passo indietro, un'eventualità inedita nella storia della Quinta Repubblica. Se le forze di opposizione riusciranno a prevalere, la Francia potrebbe trovarsi ad affrontare un periodo di incertezza politica e finanziaria senza precedenti.

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