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La questione

Il Parlamento britannico approva il progetto di legge sul suicidio assistito per malati terminali

Il progetto di legge ha ricevuto 330 voti a favore e 275 contrari. Nel 2025 voterà la Scozia

Inghilterra

Manifestazioni in Inghilterra sul progetto di legge

La Camera dei Comuni britannica ha approvato in prima lettura un controverso progetto di legge che autorizza il suicidio assistito per i malati terminali, un passo significativo nel dibattito sull’eutanasia nel Regno Unito. La proposta ha ottenuto 330 voti favorevoli e 275 contrari, dopo un acceso dibattito che è durato quasi cinque ore.

La legge, che si applicherà a Inghilterra e Galles, è stata presentata dalla deputata laburista Kim Leadbeater, la quale ha dichiarato prima della votazione che il testo avrebbe offerto ai malati terminali adulti "scelta, autonomia e dignità", permettendo loro di decidere liberamente come affrontare la fine della propria vita, qualora rimanessero con una speranza di vita inferiore ai sei mesi.

Dettagli del Progetto di Legge

Secondo la proposta, il suicidio assistito sarebbe consentito solo ai pazienti terminali che siano in grado di fare una scelta consapevole e di assumere personalmente la sostanza letale che provocherà il loro decesso. Inoltre, il processo richiede l’approvazione di due medici e di un giudice, che dovranno verificare la condizione del paziente e confermare che la decisione sia presa in modo informato e volontario.

Il Primo Ministro britannico Keir Starmer, che non aveva precedentemente espresso una posizione pubblica sul tema, ha votato a favore del progetto di legge. La decisione del governo ha suscitato dibattito, considerando che il suicidio assistito è una questione eticamente e moralmente divisiva, ma rispecchia una crescente apertura verso la possibilità di regolamentare la morte assistita nel Regno Unito.

Supporto Popolare e Opinioni Contrapposte

Un recente sondaggio condotto da YouGov ha rivelato che circa il 75% della popolazione di Inghilterra e Galles è favorevole all'introduzione di una legge sul suicidio assistito, segno di un ampio consenso pubblico su questo delicato tema.

Tuttavia, non mancano le voci contrarie. Decine di manifestanti, sia a favore che contro la legge, si sono radunati davanti al Parlamento durante il dibattito del 29 novembre. L'associazione Care Not Killing, che si oppone fermamente al suicidio assistito, ha espresso la sua "forte delusione" per l’approvazione del progetto, ritenendo che questa legge possa aprire la porta a un "pericoloso declino" dei principi di assistenza sanitaria.

Nel frattempo, l’ex conduttrice della BBC Esther Rantzen, malata terminale di cancro e tra le principali figure pubbliche che ha sostenuto il dibattito sul suicidio assistito, ha dichiarato di essere "assolutamente felice" dopo l’approvazione della legge, ritenendola una vittoria per la libertà di scelta dei pazienti terminali.

Prossimi Passi e Sviluppi in Scozia

Il progetto di legge, che ha superato il primo ostacolo, passerà ora in commissione per ulteriori discussioni e modifiche, prima di essere nuovamente sottoposto alla votazione da parte di entrambe le camere del Parlamento britannico. Se approvata, la legge diventerà operativa per Inghilterra e Galles.

Intanto, la Scozia, che ha un sistema sanitario autonomo, sta preparando una propria versione del progetto di legge sul suicidio assistito, con una votazione prevista per il 2025. Questa decisione separata potrebbe portare a una regolamentazione differente rispetto a quella che emergerà per l’Inghilterra e il Galles, riflettendo le diverse sensibilità e approcci in materia di sanità.

Una Questione Divisiva e Complessa

L’approvazione della prima lettura del progetto di legge rappresenta un passo importante verso una possibile legalizzazione del suicidio assistito nel Regno Unito, ma la strada è ancora lunga. La discussione sul fine vita, sull’autodeterminazione e sulle implicazioni etiche della morte assistita continuerà a dividere l’opinione pubblica e politica. Nonostante il crescente supporto popolare, la legge dovrà affrontare ulteriori sfide legali, morali e politiche, prima di diventare legge.

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