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L'evento

Nozze d'oro con l'arte: il giorno speciale di Amedeo Di Sora

Alcuni compagni di percorso hanno celebrato sul palco del Cinema Teatro Arci i 50 anni di attività del poeta e regista frusinate

Nozze d'oro con l'arte: il giorno speciale di Amedeo Di Sora

Gustave Flaubert un giorno scrisse "Se c’è sulla terra e fra tutti i nulla qualcosa da adorare, se esiste qualcosa di santo, puro, sublime, qualcosa che assecondi questo smisurato desiderio di infinito e di vago che chiamano anima, questa è l’arte".
Amedeo Di Sora deve essere in sintonia con il padre del realismo francese, giacché ha dedicato la sua vita all'arte e dell'arte è stato cantore e strumento, assecondando quel senso d'infinito e vago che lo ha pervaso, proiettandolo in un mondo fatto di immagini, suoni, colori e sogni mai dismessi.
Al Cinema Teatro Arci di Frosinone c'erano un bel po' di persone a tributare il giusto omaggio a un uomo di cultura, la cui ricerca è tuttora fervida e pulsante. Tra esse anche alcuni compagni di percorso artistico, che Amedeo ha voluto sul palco con lui, uno per volta, per un dibattito che, moderato con energia e garbo da Luigi Di Tofano, ha toccato vari temi, tratteggiando gli aspetti salienti della poetica di questo figlio illustre di Frosinone, al 50° anno di attività artistica.
Federico Palladini, che con Amedeo interpreta il bellissimo spettacolo "Genova di tutta la vita", ha ricordato come "passione e libertà" siano stati il motto del Teatro dell'Appeso e qualcosa di più di una mera enunciazione programmatica. Ha altresì toccato il tema del concedersi senza infingimenti, che Amedeo ha illustrato in modo chiaro "concedersi totalmente al pubblico per creare un contatto che se ben riuscito diventa un contatto d'amore".  Ad Amedeo infatti non è mai piaciuta l'idea del teatro borghese, il suo è sempre stato un teatro senza finzione. Federico ha concluso il suo intervento cantando un brano contenente la potente allegoria del bucaneve, un fiore capace di superare le barriere e di spuntare al cospetto del sole, nonostante le difficoltà. 
Secondo interlocutore di giornata è stato Andrea Di Palma, attore della compagnia dell'Appeso ed ora creatore di una sua ulteriore realtà teatrale molto importante. Di Palma ha ricordato come l'elemento pedagogico e didattico fosse sempre presente e centrale ai tempi in cui apprendeva da Amedeo i segreti della recitazione e come il patrimonio delle nozioni apprese dal regista frusinate sia stato di fatto per lui un'ulteriore laurea dopo il percorso scolastico romano. Dal dialogo con uno dei suoi allievi più brillanti, Amedeo ha tratto spunto per ricordare come un tempo ci fossero grandi sinergie tra le realtà teatrali esistenti e come i rapporti dialettici fossero vivaci e costruttivi, cosa che oggi non avviene. Ha ricordato altresì Giancarlo Riccardi, decano del teatro frusinate e il grande senso di rispetto reciproco che animava quegli interpreti della prima ora. "Oggi non ci si rapporta con chi c'è stato prima di te, e non è un bene. Andrea è una piacevole eccezione e riporta a quegli anni effervescenti, ben diversi da quelli attuali. Guardate, non c'è alcuna delle istituzioni oggi qui, ma la cosa non mi stupisce né mi addolora" ha osservato Di Sora.
Apprezzabile e significativo anche l'intervento di Gerry Guida, che Amedeo ha conosciuto nel 1997 come giovane poeta, autore della raccolta "il seme del dubbio", della quale scrisse la prefazione. Successivamente Gerry è diventato un critico e storico cinematografico di rilievo e i cammini si sono di nuovo incrociati con "Dieci registi in cerca di autore". Guida, elogiando la passione, la costanza e l'indiscutibile talento di Amedeo, ha ripercorso le vicende che li hanno visti coprotagonisti, in specie le rassegne "Il cinema e la memoria" e "Il teatro delle voci". 
Altra compagna di percorso di grande spessore artistico è stata Patrizia Minatta, che ha ricordato gli esordi da giovanissimi con "Frammenti di Tanatos" ispirato ad Orfeo e Euridice ed il più recente omaggio a Marcello Mastroianni, con versi scritti in un unico atto narrativo. Patrizia ha letto un brano, incantando la platea e mostrando le qualità artistiche che ne hanno fatto un preciso punto di riferimento del teatro nazionale.
Un altro gradito ospite ed interlocutore di questo cinquantesimo compleanno d'arte è stato poi il musicista Vittorio Oi, che ha ricordato tra l'altro come in occasione dello spettacolo "I gatti lo sapranno", un omaggio a Cesare Pavese e Luigi Tenco, anche Vittorio Sgarbi sia stato tra gli spettatori attenti ed entusiasti.
Stefano Spallotta, prima di un'apprezzata esibizione con la sua chitarra, ha parlato delle esperienze condivise con Di Sora sottolineando "proprio ora che da un po' sono uscito dal flusso mi rendo conto quanto siano state belle quelle emozioni". 
L'ultimo atto del pomeriggio speciale ha visto protagonista proprio lui, Amedeo Di Sora, che ha scelto "La Ginestra" quale regalo ideale a tutti coloro che sono accorsi ad omaggiarlo. Con la maestria e la sensibilità che gli appartengono Amedeo ha declamato i versi di quel poeta recanatese che ai più è parso di vedere, sommerso di bellezza e malinconia, indomito cantore di quel destino che a lui, come alla ginestra, "fu dato in sorte".
Applausi. 

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