Una donna distrutta, incredula. Una nonna che non ha più un nipote, ma anche una madre che non crede che sua figlia possa aver compiuto un gesto del genere. Quando ieri mattina la signora Antonia è arrivata davanti al vialetto che porta alla casa in cui fino a ventiquattro ore prima viveva con la figlia e l'amato nipotino, il sole era alto in cielo. Antonia è una donna semplice, che si è sempre data da fare nella vita, i suoi vicini di casa, i conoscenti ne parlano come di una bravissima persona.
Quel maledettissimo mercoledì pomeriggio non era in casa, era lontana e non poteva sentire il pianto di Gabriel, non era lì per poter dare sostegno alla figlia e per prendersi cura di quel cucciolo di due anni. Non ci può credere nonna Antonia, si copre il volto con le mani: «Mia figlia è una brava mamma, il bambino la cercava sempre, ci giocava. I bambini fanno qualche capriccio ma non è mai stata violenta, non lo ha mai picchiato. Io non credo che possa essere stata lei. L'unica cosa che so è che non ho più mio nipote».
Per la donna non è possibile, nonostante la confessione rilasciata nella notte dalla figlia, che Gabriel possa essere morto per mano della sua mamma. Quell'angioletto di due anni adorava la sua nonna, trovava conforto nell'abbraccio avvolgente di Antonia e, forse, era proprio lei che chiamava a gran voce mentre veniva strappato alla vita. Attonita e frastornata la donna ha chiesto ai carabinieri di poter entrare per poter prendere qualche effetto personale.
Il tono della voce pacato, lo sguardo perso nel vuoto verso quella porta sigillata davanti alla quale c'era un triciclo pronto per essere "cavalcato" ma che, ora, resterà fermo nel tempo. «Eravamo tutti sereni - continuava a ripetere Antonia - non c'erano problemi. Mia figlia era tranquilla, era serena. Non si è mai arrabbiata col bambino. Siamo distrutti. Non capiamo il perché di un gesto del genere. Io ora non ho più un nipote». Gabriel non c'è più, questa è l'unica certezza. «Il piccolo amava la nonna raccontano i vicini nonostante le difficoltà quotidiane, era felice, un bimbo vispo e molto intelligente». Gabriel non aveva colpe ma ha pagato caro il "prezzo" della sua fanciullezza.
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