"La nostra famiglia è addolorata per l'assurda e prematura scomparsa dell'amata Anna Maria", è iniziato così il commovente discorso di Luigi Di Giulio, il figlio di Anna Maria Ascenzi, la donna morta lo scorso 19 luglio, ad Anagni, dopo essere stata punta da un calabrone. Un momento di silenzio assordante tra quella folla di oltre cinquemila persone che ieri si è radunata nella città dei Papi per protestare contro la chiusura del Punto di primo intervento. A parlare è lui, Luigi, con la voce rotta dal dolore di chi pensa che, forse, sua mamma si sarebbe potuta salvare. Il giorno della tragedia la donna era stata portata d'urgenza nell'ambulatorio Pat, che da pochi giorni aveva sostituito il Ppi della città ma i tentativi di salvarla erano stati vani. "La mia famiglia apprezza moltissimo l'iniziativa di questa sera e la grande mobilitazione di tutti i cittadini di Anagni e dei comuni limitrofi". La famiglia della povera Anna Maria continuerà a cercare la verità su quell'assurda morte. E i cittadini di Anagni continueranno a combattere per il diritto alla salute che spetta ad ognuno di loro. 

"Adesso basta, ora serve riaprire il pronto soccorso". Questo il tema della manifestazione di ieri sera che ha visto la presenza di migliaia di persone. Un segnale fortissimo quello che giunge da Anagni e dall'intera area nord, un appello alla Regione e alla Asl per ripristinare servizi sanitari primari. Dopo giorni di preparativi e raccolta firme si è svolta così l'iniziativa popolare. Un territorio intero ha chiesto ancora una volta rispetto e tutela della salute. È stato un crescendo di adesioni lungo il corteo e al termine una stracolma piazza a ridosso di Porta Cerere, dove si è conclusa la manifestazione, ha accolto l'arrivo delle migliaia di cittadini.

La manifestazione
Forse mai, nella storia cittadina, s'era dato vita a una manifestazione così coinvolgente. Non è la prima volta che gli anagnini sono stati protagonisti di iniziative e cortei organizzati a difesa della salute e del loro ospedale, ma sicuramente una partecipazione così massiccia non s'era mai vista. Il movimento "Adesso basta!", nato anche su sollecitazione di qualche politico che aveva ben compreso il valore aggiunto dato dalla mancanza di sigle e simboli, ha via via conquistato e meritato la neutralità dai partiti; riuscendo a coinvolgere, con obiettivo comune dichiarato e confermato, politici impegnati appartenenti alle compagini più variegate. Ma soprattutto sono stati coinvolti tutti i comuni e sindaci dell'area nord che in questi giorni hanno manifestato ufficialmente il sostegno all'iniziativa.
La presenza del vescovo della diocesi Lorenzo Loppa alla bellissima serata è stato un altrettanto messaggio forte di sostegno alla battaglia, non facile, per far riaprire il pronto soccorso. Il corteo è partito dall'area a ridosso della struttura sanitaria e nonostante il rischio pioggia lungo le strade si sono unite tantissime persone. E in molti, dopo essersi incolonnati si sono presi per mano, con gli occhi che da spenti hanno acquistato metro dopo metro brillantezza e fiducia. Il corteo, superata Porta Santa Maria, ha percorso via Vittorio Emanuele, mentre dai davanzali di molte finestre sono stati esposti drappi bianchi, il colore scelto per le maglie indossate dai partecipanti. Bianco, simbolo della neutralità e della preparazione alla lotta contro chi sembra non avere a cuore le sorti dei cittadini. Una fiaccolata intensissima ed emozionante, di straordinaria partecipazione.

Le reazioni
Al termine del corteo, a Porta Cerere, si sono avuti brevi interventi, ma quello che ha colpito tutti è stata la enorme partecipazione. Cittadini, sindaci, associazioni, tutti insieme per chiedere una sanità migliore.
«La pioggia non ha rovinato una bella manifestazione, partecipata e significativa – ha commentato del primo cittadino di Anagni Daniele Natalia – Siamo tanti, segno che le coscienze sono state svegliate, sintomo che quella per la salute è davvero una battaglia di popolo unitaria, oltre i colori politici. Da sindaco dico ai cittadini: sono con voi, continuerò a combattere per riavere il pronto soccorso ad Anagni in sede regionale.
Politica e cittadinanza sono unite per il territorio. Nei prossimi giorni creeremo una consulta di tecnici con medici ospedalieri e medici di base che hanno osteggiato il progetto del Pat».
«La Regione si deve svegliare: ci aspettiamo da Zingaretti la riapertura del pronto soccorso e il cambio del vertice Asl. Non ci arrenderemo mai, anche perché questo è solo l'inizio», questo il giudizio di Fernando Fioramonti consigliere comunale 5 Stelle.
Alcuni cittadini hanno poi incalzato: «Se questa manifestazione non produrrà gli effetti sperati tutti i sindaci dell'area nord devono recarsi dal prefetto e riconsegnare la fascia tricolore. Sarebbe un gesto estremo che avrebbe un richiamo nazionale».
Un clima di grande condivisione, un territorio di 80.000 utenti che, fuori dagli schieramenti politici, chiede servizi sanitari primari. Partendo dal pronto soccorso.

di: Ettore Cesaritti - Massimiliano Pistilli