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Frosinone

Falsi incidenti, undici dal giudice. In sette accusati di associazione a delinquere

Fissata l’udienza preliminare. L’indagine ha coinvolto lo studio dell’avvocato Dini, morto nel 2023

Falsi incidenti, undici dal giudice. In sette accusati di associazione a delinquere

Il tribunale di Frosinone

Indennizzi per incidenti stradali inesistenti oppure verificatisi ma con persone, veicoli, danni e lesioni diversi da quelli rappresentati e artificiose ricostruzioni dei sinistri. E poi medici che disconoscono i certificati per le lesioni prodotti dagli infortunati, centri di riabilitazioni inesistenti che attestavano trattamenti di fisioterapia.
Sono i tasselli sui quali si basa la procura di Frosinone nell’inchiesta per le frodi assicurative che porterà undici persone a comparire davanti al giudice delle udienze preliminari di Frosinone il prossimo 30 gennaio.

L’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Samuel Amari, coinvolge lo studio dell’avvocato Andrea Dini che si è tolto la vita in circostanze tuttora non chiarite.
Sono sette le persone cui la procura di Frosinone contesta il reato di associazione a delinquere allo scopo - è l’accusa - «di commettere più delitti di falsità materiale ed ideologica, e di frode ai danni delle compagnie assicurative Axa assicurazioni, Vittoria assicurazioni, Credit agricole assicurazioni, Helvetia assicurazioni ed altre, finalizzati alla percezione di indennizzi» per i sinistri, quindici in totale, finiti all’attenzione degli investigatori della polizia stradale di Frosinone. Gli incidenti si sarebbero verificati tra il novembre del 2019 e il gennaio del 2023 principalmente a Frosinone, in zone per lo più periferiche, ma anche ad Alatri (due), Anagni, Ceccano, Ferentino e Roma (due).

L’indagine ha preso avvio nel maggio del 2023 dalla denuncia presentata da un medico di Frosinone. Questi era stato contattato da alcune società di investigazioni, attivate da una compagnia di assicurazioni. Al medico erano stati presentati certificati medici riportanti la carta intestata dello studio e la firma per lesioni da incidente stradale. Il medico, però, ha disconosciuto le carte e ha presentato, a sua volta, una denuncia. Seguito da un collega, anch’egli avvisato dagli investigatori privati, ingaggiati da altre compagnie. Uno dei medici contestava la veridicità di 70 certificazioni. L’autorità giudiziaria collegava queste informazioni a un esposto anonimo, pervenuto qualche tempo prima, contro l’avvocato Andrea Dini, il professionista frusinate, morto il 18 luglio del 2023 dopo esser precipitato dalla finestra del suo studio professionale.
Nel corso dell’indagine alcune posizioni sono state stralciate, mentre hanno patteggiato, a due anni, lo scorso gennaio, un avvocato, collaboratrice dello stesso Dini e il liquidatore di una compagnia assicuratrice. L’inchiesta aveva portato, a luglio dello scorso anno, quattro arresti domiciliari, due obblighi di firma e una misura interdittiva per un totale di cinquanta indagati.
Il 30 gennaio 2026 in sette dovranno difendersi dall’accusa di associazione a delinquere. Si tratta di Cristian Maramao, 38 anni, di Frosinone, collaboratore dei due avvocati dello studio, ritenuto dagli investigatori capo, promotore e organizzatore del sodalizio. Stesso ruolo di promotori e organizzatori dell’associazione, nonché responsabili di una società di consulenza infortunistica la procura imputa a Cristiano e Daniele Rotondo, frusinati, 54 e 42 anni. Ai tre è contestata la gestione delle pratiche assicurative e i rapporti con le compagnie nonché le disposizioni impartite per «la falsa documentazione inerente i soggetti coinvolti nei sinistri» da inserire nelle pratiche. A Monia Gregori, moglie di Dini, è contestata la mera partecipazione in qualità di commercialista con l’accusa di aver aperto «le partite Iva dei centri massofisioterapici Activia Trail e Fisiomassage, deputati al rilascio di false ricevute fiscali relative a prestazioni fisioterapiche-posturali mai effettuate» e per la partecipazione materiale «ad alcuni falsi sinistri». Meri compartecipi dell’associazione sono considerati dalla procura Eros Maretto, 38 di Frosinone, Alfio Pandozzi, 56 di Pico, e Mauro Caratelli, 57, di Anagni per l’apertura di conti correnti bancari e postali che, secondo le accuse, «mettevano a disposizione dei sodali, ove confluivano gli importi degli indennizzi illecitamente ottenuti, di cui mantenevano comunque la gestione» e per la partecipazione diretta «ad alcuni sinistri».
Inoltre, per la predisposizione della documentazione inerente a quelli che la procura considera falsi sinistri sono contestati, a vario titolo, i reati di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e dal privato e fraudolento danneggiamento dei beni assicurati. Invece, per quanti hanno messo a disposizione i conti correnti è scattata l’accusa di ricettazione. Contestato infine il reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici nei confronti di chi si è recato al pronto soccorso rappresentando di aver avuto un incidente stradale che, per l’accusa, non sarebbe mai avvenuto.
Nel collegio difensivo gli avvocati Monia Ciotoli, Dario Lolli, Sandro D’Anella, Giuseppe Pizzutelli, Marco Maietta, Luigi Tozzi, Pierpaolo Dell’Anno, Luca Forte, Antonio Celani e Mario Cellitti.
Nel procedimento risultano persone offese le compagnie Unipolsai, Axa, Tua, Allianz Direct, Allianz, Generali, Vittoria, Credit agricole, Verti e Helvetia, rappresentate dagli avvocati Andrea Parlatore, Silvio Caroli, Dario Buzzelli, Cristina Caruso, Luigi Fischetti, Andrea Russo, Andrea De Vincentis e Caterina Motola.

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