Fiuggi
24.08.2025 - 09:00
L’amministratore delegato di Gesap Gianfranco Battisti
Da noi ormai come dicono gli anziani è “carta conosciuta”. Ma grazie alle buone relazioni Confindustriali, al sostegno mai mancato del suo vecchio amico Maurizio Stirpe e ai buoni uffici di qualche politico che ancora si fida di lui (passato indenne con un triplo salto mortale da Toninelli a Zingaretti e da quest’ultimo a Forza Italia e tramite il conterraneo Antonio Tajani a Renato Schifani) l’ex ad di Ferrovie dello Stato (noto alle cronache più che per la velocità dei treni per quella con la quale gli venivano liquidati i cospicui rimborsi assicurativi nel corso del suo mandato) è sbarcato in Sicilia e si è fatto mettere sulla poltrona della Gesap, la società che gestisce lo scalo aeroportuale di Palermo. Poltrona che pesa molto in questo momento perché pare ci sia un progetto di privatizzazione. E chi meglio di un manager dai grandi successi passati (!) poteva prendere in mano la situazione? Peccato che laggiù in attesa del ponte non stanno certo a dormire e deve essere successo che il sindaco di Palermo non avendo digerito la nomina del fiuggino (salvato dal fallimento della sua ultima iniziativa nella città termale dal provvidenziale arrivo di Leonardo Del Vecchio) lo ha subito in qualche modo commissariato (come racconta l’edizione di Palermo di Repubblica di ieri) lasciandogli poca discrezione in tutta la fase che dovrà portare ad individuare i nuovi soci privati dell’importantissima infrastruttura del capoluogo siciliano.
A far suonare evidentemente il campanello d’allarme sulle modalità operative del distinto manager attento più ai salotti che contano che ai conti delle aziende che amministra è stata una consulenza di 130mila euro, sicuramente legittima, ma assegnata in un battibaleno ad una società (la Biman srl) con un capitale sociale di qualche migliaia di euro e riferibile ad un suo amico di vecchia data, direttore generale di Federturismo Confindustria dove Battisti era stato presidente fino al 2020. Ma ora sulle poltrone di Battisti (ivi comprese quella nel Cda della Luiss e quella di Fincantieri) potrebbe aprirsi un altro fronte molto insidioso. Nei curriculum depositati dal “gattopardiano” collezionista di incarichi, a partire da quello pubblicato sul sito della Luiss (dove lo stesso Battisti siede nel Cda), c’è scritto “attualmente è professore associato presso la Luiss Business School…”. Peccato che il fiuggino non risulti, dopo attente verifiche da parte della nostra redazione, nell’apposito elenco del ministero dell’Istruzione, quello che in Italia certifica chi è professore e chi non lo è… E peccato pure che dichiarare di esserlo per farsi mettere ai vertici di un’azienda di Stato configurerebbe anche un reato. Ben individuato dal codice penale. Cosa ben diversa dal frequentare la politica prima nelle vesti del grillino, poi del piddino e infine del berlusconiano di vecchia data. In fondo come non perdonare il “gattopardismo” di chi da noi era venuto a farsi fotografare con i rendering di una Tav che sembrava cosa fatta?
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