Cerca

Frosinone

Domiciliari per la compagna di Zaka

La frusinate Eleonora Piras ai domiciliari a Castelliri dopo un patteggiamento a due anni e otto mesi. La donna è la compagna di Mikea Zaka, l’uomo condannato per l’omicidio dello Shake bar

Domiciliari per la compagna di Zaka

La misura è stata eseguita dai carabinieri

Deve scontare due anni e otto mesi per droga, finisce in detenzione domiciliare la frusinate Eleonora Piras.
La donna, compagna dell’albanese Mikea Zaka, l’uomo condannato in primo grado a vent’anni per l’omicidio allo Shake bar. La misura è stata eseguita dai carabinieri della stazione di Isola del Liri che hanno notificato il provvedimento alla trentottenne nella sua abitazione di Castelliri. L’ordinanza di espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare è stata emessa dall’ufficio di Sorveglianza di Frosinone.

La donna, al momento, deve scontare la pena di due anni e otto mesi all’esito del patteggiamento effettuato davanti al tribunale di Cassino. Tuttavia, recentemente la stessa, che è assistita dall’avvocato Riccardo Masecchia, nell’ambito di un secondo procedimento, sempre per reati di droga, è stata condannata dal tribunale di Frosinone, con rito abbreviato, alla pena complessiva, in continuazione con il patteggiamento, a quattro anni e quattro mesi. In questo caso, la condanna non è ancora definita e potrebbe essere ancora impugnata. Tuttavia, in caso di mancata impugnazione, la donna potrebbe beneficiare di un ulteriore sconto di pena di un sesto.

Il primo arresto della donna risale al 30 luglio 2024: gli agenti della sottosezione della polizia stradale di Frosinone impegnati in un controllo sul traffico autostradale hanno notato la Volkswagen Polo, condotta da Piras. L’auto aveva appena varcato, in entrata, il casello autostradale di Frosinone, così l’hanno fermata per un controllo. Nel vano del cruscotto, al posto dell’airbag, completamente svuotato, veniva rinvenuto un panetto di cocaina per un totale di 1,2 chilogrammi. Inoltre, viste le alte temperature di quei giorni, per evitare problemi durante il trasporto, lo stupefacente era refrigerato da quattro vaschette di ghiaccio del tipo di quelle che normalmente si usano nel congelatore per gli alimenti. La trentottenne era così finita ai domiciliari proprio a Castelliri dove era stata nuovamente arrestata a ottobre. Nel’abitazione erano stati sequestrati 65 grammi di cocaina e materiale per il confezionamento. Dunque per quest’ultimo episodio ha patteggiato, mentre per il primo in ordine temporale ha ricevuto la condanna in continuazione con la prima. Che ora sta scontando con possibilità di uscita per le esigenze dei figli minori.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione