Spazio satira
Cassino
21.07.2025 - 08:00
Omicidio di via Pascoli, è attesa per oggi la sentenza di primo grado per Sandro Di Carlo, l’operaio di Cassino arrestato per la morte della dominicana Yirel Peña Santana, uccisa brutalmente a 34 anni in un appartamento di via Pascoli nel maggio del 2023. Una sentenza che potrebbe arrivare nella tarda mattinata di oggi o al massimo nel pomeriggio. A poco più di due anni dall’efferato delitto è attesa la decisione della Corte d’assise di Cassino, presieduta dal dottor Claudio Marcopido, chiamata a pronunciarsi sulla responsabilità di Di Carlo, sulla sua estraneità ai fatti. O sulla sua non imputabilità: questa la richiesta, accanto a quella di assoluzione, avanzata dalle difese dell’imputato nella scorsa udienza. Gli avvocati Sandro Salera (in diverse udienze sostituito dall’avvocato Vittorio Salera) e Alfredo Germani, dopo una analisi puntuale del contesto in cui è maturato il delitto di cui è chiamato a rispondere Di Carlo (accusa che lo stesso ha sempre respinto con forza) hanno chiesto che l’operaio fosse assolto. Ma hanno puntato molto anche sulla sua non imputabilità, ripercorrendo le perizie e la battaglia scientifica portata in aula fino ad oggi. Per Di Carlo, invece, il pm Alfredo Mattei a conclusione della sua attenta requisitoria aveva chiesto una pena pari a 24 anni di reclusione, ricostruendo quella che ha definito una discussione nata per futili motivi, durante un momento di intimità. «Poi l’aggressione e una violenza selvaggia».
Il legale di parte civile, l’avvocato Marco Rossini, aveva invece presentato istanza per 400.000 euro per i figli e la madre oltre alle provvisionali. Proprio l’avvocato Rossini, rilanciando la ricostruzione condivisa con il pm, ha anche acceso i riflettori sull’impronta insanguinata isolata dalla Scientifica sul muro dell’appartamento di via Pascoli, che presenta 23 punti di contatto con quella di Di Carlo (17 quelli valutati come sufficienti in giurisprudenza); sugli indizi oggetto dell’indagine (chiamate, spostamenti, oggetti della vittima) ma anche sull’alibi fornito al gip. Di Carlo ha sin da subito detto di aver sì incontrato la trentaquattrenne dominicana ma di aver lasciato l’appartamento senza problemi. E di essere tornato indietro, dopo essersi reso conto di aver dimenticato il cellulare. Quindi la terribile scoperta: la giovane in fin di vita in una pozza di sangue.
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