Spazio satira
Lo studio
07.07.2025 - 13:00
Se la grande industria è un gigante, l’artigianato, più lontano da riflettori e grandi numeri, riesce a fare la sua bella figura di Davide contro Golia. E lo fa in termini di occupazione, rappresentando uno zoccolo duro dell’economia del Paese. In questo contesto la provincia di Frosinone, nonostante la distanza con i numeri delle grandi città, si conferma un polo attivo e vitale dell’artigianato italiano, che regge il confronto con colossi come Stellantis. Guardando infatti al parallelismo, provocatoriamente proposto dalla Cgia di Mestre, fra il numero degli occupati nelle imprese artigiane e i lavoratori impiegati negli stabilimenti italiani del Gruppo Stellantis, emerge come gli artigiani, tanto a livello nazionale quanto locale, rappresentino una forza occupazionale ben più ampia.
In provincia di Frosinone, in base ai dati StockView-Infocamere forniti dalla Cciaa di Venezia Rovigo e presi in esame dalla Cgia, nel 2024 erano presenti 8.342 sedi di imprese artigiane, che hanno impiegato 16.104 addetti, di cui 6.994 dipendenti, che rappresentano il 43,4% del totale. Dato, quest’ultimo, che lascia immaginare un certo equilibrio fra il peso delle imprese familiari o individuali e quello di lavoro subordinato. Un elemento interessante, ed estremamente rilevante nell’ambito del confronto proposto dalla Cgia, è quello del peso delle imprese artigiane che operano nella filiera dell’auto, fra produzione, servizi e commercio e autoriparazione. La provincia di Frosinone registra in questo settore 3.476 occupati. Le aziende di produzione sono 335, mentre quelle di servizi e commercio 3.141, di cui 1.813 nell’autoriparazione. In questo campo, la provincia si piazza al quarantesimo posto a livello nazionale.
I dati elaborati dalla Cgia e forniti dall’Osservatorio MPI - Confartigianato Emilia-Romagna, pur non essendo recenti, sono infatti relativi al 2021, forniscono un’idea piuttosto chiara di quanto impatti il settore a livello locale, se si pensa che i dipendenti Stellantis in tutta Italia sono 43.000, comprendendo anche gli stabilimenti più grandi, come quello di Piedimonte San Germano. Certo, proprio intorno al plant cassinate si è sviluppato negli anni un tessuto di piccole imprese artigiane che fanno parte dell’indotto e che contribuiscono a tenere la Ciociaria nella prima metà della classifica proposta dalla Cgia, ma bisogna considerare anche che molti autoriparatori sono indipendenti o legati ad altri marchi,
Lo scenario
A livello nazionale le imprese artigiane sono 1,24 milioni, gli addetti 2,8 milioni e nel 2022 il comparto ha generato un valore aggiunto di 143 miliardi. Anche in questo caso la Cgia pone come termine di paragone, a dimostrare ancora una volta il peso delle imprese artigiane nell’economia italiana, il valore aggiunto generato da Stellantis, che è aria 2,8 miliardi. «È palese – si legge nello studio – per stessa ammissione degli estensori di questo approfondimento, che questa comparazione va interpretata come una provocazione volta a evidenziare come l’artigianato, che rappresenta uno dei pilastri del nostro sistema economico, abbia una dimensione occupazionale nettamente superiore a quella riconducibile alla principale industria manifatturiera d’Italia. Nonostante ciò – prosegue il documento della Cgia – l’attenzione dei grandi media, dell’opinione pubblica e di buona parte della politica nazionale è quasi sempre rivolta ad analizzare l’andamento e i risultati del nostro principale gruppo automobilistico e, più in generale, delle poche grandi imprese rimaste nel Paese. Sia chiaro – precisano dall’ufficio studi – è una condotta in parte giustificabile. Tuttavia, andrebbe replicata più frequentemente anche nei riguardi delle piccole imprese e degli artigiani che, ripetiamo, costituiscono uno degli assi portanti del nostro sistema produttivo e occupazionale». Guardando, quindi, con attenzione particolare ai dati relativi alla filiera dell’auto, a livello nazionale è ancora più evidente il ruolo chiave dell’artigianato in termini di occupazione: il numero di lavoratori delle imprese artigiane supera di nove volte quello dei dipendenti del gruppo Stellantis. Le imprese di questo tipo in Italia sono poco più di 72.600 e gli addetti 389.000, contro, lo ricordiamo, i 43.000 che contava Stellantis alla fine del 2023. «Certo, molte autofficine e carrozzerie fanno parte dell’indotto del Gruppo e senza la presenza di quest’ultimo non esisterebbero – precisa ancora la Cgia di Mestre – Tuttavia, la stragrande maggioranza lavorerebbe lo stesso, anche in assenza della casa automobilistica presieduta da John Elkann, poiché sono autoriparatori indipendenti o legati commercialmente ad altri produttori». Tornando alle imprese artigiane in generale, l’area che ne conta di più è Milano, con 67.530 aziende che contano più di 134.300 addetti, di cui 60.900 dipendenti. Seguono Roma, con 62.456 imprese e 103.400 occupati (di cui 37.432 dipendenti), Torino con 59.334 aziende e 115.570 addetti (di cui 49.343 dipendenti) e Brescia con 31.405 attività e 85.654 lavoratori (di cui 46.874 dipendenti). Ad aprire, invece, la classifica delle attività artigiane della filiera dell’auto c’è è Roma, con 22.707 attività, seguita da Milano con 19.276, Torino con 19.913, Napoli con 13.091 e Brescia con 10.542.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione