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La relazione

L'ombra dei clan campani (e non solo) sulla Ciociaria

Secondo l'Antimafia gli appetiti criminali anche di gruppi calabresi e albanesi. Tra gli episodi di particolare gravità segnalati ci sono l'omicidio e il triplice ferimento allo Shake

Omicidio Shake

La polizia e le ambulanze in via Aldo Moro

«Lo scenario criminale in provincia di Frosinone risente, come noto, dell’influenza delle vicine cosche campane da tempo orientate a estendere le proprie attività delittuose all’area del basso Lazio la quale peraltro, risultando piuttosto decentrata, è stata in passato anche sfruttata al fine di agevolare la latitanza di personaggi di spicco di alcune consorterie camorristiche quali i clan dei Casalesi, Amato-Pagano e Polverino. È il passaggio dedicato alla Ciociaria dalla relazione semestrale al Parlamento della Direzione investigativa antimafia per entrambi i semestri del 2024. Che rileva «i principali interessi di matrice camorristica sono riconducibili a clan provenienti dal casertano, come i Casalesi e i Belforte di Marcianise (CE), e dal capoluogo partenopeo come i Mazzarella e i Gionta di Torre Annunziata (NA)». 

La relazione è incentrata non solo sulla criminalità organizzata campana o calabrese, ma anche albanese con il riferimento alla sparatoria del 9 marzo 2024 all’interno dello Shake bar di via Aldo Moro, a Frosinone. Segnalate le principali operazioni condotte sul territorio, tra cui l’inchiesta della procura europea sui lavori con il Pnrr al Comune di Ceccano e l’inchiesta sui droni utilizzati per recapitare all’interno del carcere di Frosinone droga, telefonini e perfino la pistola con la quale un esponente della camorra ha fatto fuoco verso altri detenuti. Fari puntati sulla ‘ndrangheta, «soprattutto per gli aspetti di riciclaggio e di reinvestimento in vari settori, fra cui anche quello immobiliare», e sui «Casamonica, i Di Silvio e gli Spada», per «estorsioni, usura e narcotraffico». Poi c’è la criminalità albanese: «Particolare attenzione investigativa è stata rivolta al radicamento nel Frusinate della criminalità di origine albanese, divenuta in tempi alquanto brevi fra le più pericolose d’Europa, con articolazioni operative di livello internazionale e in grado anche di intessere strategiche alleanze con altre realtà delinquenziali, per conseguire il principale obiettivo del controllo del traffico di stupefacenti».

Considerato «un episodio di particolare gravità, che ha suscitato notevole risalto mediatico per l’impatto sulla cittadinanza in conseguenza della pericolosità dell’accadimento», l’omicidio e il triplice tentato omicidio dello Shake bar, per il quale, peraltro, di recente è intervenuta, in primo grado con il rito abbreviato, la condanna a 20 anni per l’albanese Mikea Zaka, subito arrestato dalla polizia. Tra le operazioni compiute, anche l’inchiesta della procura europea che ha riguardato il Comune di Ceccano, anch’essa condotta dalla polizia. La Dia ricorda le 13 misure cautelari applicate lo scorso ottobre, con l’arresto dell’allora sindaco Roberto Caligiore, e scrive: «L’inchiesta, che rappresenta uno dei primi risultati investigativi della procura europea (Eppo) circa episodi di corruzione legati ai fondi Pnrr, ha fatto emergere un articolato sistema corruttivo per la gestione di concessioni pubbliche, autorizzazioni e per l’assegnazione di appalti pubblici per un valore di circa 5 milioni di euro, a fronte della riscossione di denaro attraverso un articolato sistema di tangenti e di conseguente riciclaggio, attuato anche mediante il ricorso a fatturazioni e bonifici in favore di aziende fittizie per poi essere monetizzato e consegnato manualmente ai vertici dell’associazione».

Non è mancato poi l’accenno all’inchiesta della Dda di Napoli, condotta da polizia e nucleo investigativo centrale della penitenziaria, per il “sistema droni” con il quale in 19 carceri d’Italia, tra cui Frosinone, sono stati introdotti beni vietati. «L’attività investigativa - prosegue la relazione - ha documentato l’esistenza di un’organizzazione criminale che riceveva gli ordinativi di materiale proibito (telefoni, schede Sim e accessori relativi, droga, armi) da propri referenti all’interno delle diverse strutture penitenziarie per poi provvedere alla consegna mediante droni pilotati da un tecnico esperto». Citato l’episodio, per il quale nelle scorse settimane è stata emessa un’ordinanza cautelare a carico di Alessio Peluso, di «settembre 2021, della consegna di un’arma da sparo ad un esponente del sodalizio Balzano-Scarpellinio-D’Errico (cosiddetto gruppo abbasc’ Miano), all’epoca detenuto nel carcere di Frosinone in regime di alta sicurezza, il quale per vendicarsi di una precedente aggressione da parte di altri detenuti, .... avrebbe tentato di colpire gli avversari esplodendo alcuni colpi di pistola».

Un altro passaggio è stato dedicato all’analisi delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette, ritenuto «strumento essenziale nella prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento al terrorismo». A Frosinone si registra un incremento da 310 operazioni sospette del primo semestre 2023 a 355 del primo semestre 2024. Focus anche su Cassino e sugli arresti eseguiti a luglio del 2024 dalla polizia per attentati ad esercizi commerciali e, poi a ottobre, per una violenta aggressione legata sempre agli attentati.

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