Cerca

Automotive

Stellantis, una crisi senza fine

Serve chiarezza sui modelli e sui tempi: un fattore determinante per l’economia locale. Marsella: «In 5 mesi prodotte circa 4.000 vetture, le stesse fatte in una settimana prima del Covid»

Stellantis, una crisi senza fine

«Automotive, servono risposte. Occorre fare un passo ulteriore. L’elettrico non si vende. Il Maserati Grecale che si produce a Piedimonte da più di un anno di media sfiora le 10 vetture al giorno, quando si lavora. Serve un cambio di passo». Le parole sono quelle del segretario provinciale dei metalmeccanici Cisl, Mirko Marsella. Il Grecale della Maserati ha incassato una flessione rispetto all’anno precedente del 70%. Parliamo di 2.300 unità dello scorso anno mentre ora siamo a quota 963. Non spicca nelle vendite neppure la coppia del Biscione altrimenti nel primo trimestre non si sarebbe registrato un calo del 45,5%.
Mancano gli ordini, dunque si resta con le proprie famiglie a casa senza poter garantire stipendi adeguati e utili a mandare avanti i conti domestici.

Si è tornati sulle linee da pochi giorni ma la prospettiva è la stessa e la preoccupazione sale. «Da inizio anno abbiamo prodotto circa 4.000 vetture, in circa 5 mesi. Nel periodo prima del Covid le stesse venivano prodotte in una settimana: la media era di circa 800 vetture al giorno con potenzialità anche maggiori - ha aggiunto Marsella - un dato che racconta la situazione dello stabilimento. E le difficoltà sono evidenti». Difficoltà vissute ovviamente anche dall’indotto. Rientrata in 48 ore la crisi Denso (l’azienda che produce componentistica) grazie a una serrata trattativa sindacale, la situazione appare ovunque in affanno. Importante la battaglia dei sindacati per portare a casa il risultato dei 52 posti di lavoro salvi. Ma il futuro è incerto e la cassa pesa sulle buste paga. «E lo dicono anche i numeri dei giovani che vanno via. Le opportunità sono sempre meno per tutti, giovani e territorio» rilancia.

«Dopo le nostre insistenze di rivedere il piano vogliamo risposte concrete. Attendiamo a giugno la scelta del nuovo amministratore delegato. Speriamo che faccia chiarezza sullo stabilimento di Cassino. L’importante è che sia chiaro sui modelli ma anche sulle tempistiche: il fattore tempo è fondamentale per arginare l’emorragia. Da troppi anni siamo qui a denunciare la situazione dell’automotive, ma ciò che abbiamo chiesto non è arrivato. E oggi ne stiamo pagando le conseguenze» ha concluso.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione