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La testimonianza

«Papa Francesco ci è stato vicino nelle ore buie». Parla il diacono Federico Mirabella

È di Frosinone ma attualmente in servizio a Veroli. I suoi genitori hanno lavorato come camerieri a Santa Marta ed erano molto legati a Francesco

«Papa Francesco ci è stato vicino nelle ore buie». Parla il diacono Federico Mirabella

Il diacono Federico Mirabella durante un incontro con Papa Francesco

Federico Mirabella, classe 1996, di Frosinone, sta per diventare sacerdote. Studia presso il Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, e da pochi mesi ha ricevuto l’ordinazione come diacono, nella città di Vallecorsa. Attualmente sta prestando servizio a Veroli con don Tonino Antonetti.
Federico è un giovane allegro, solare, che ama ridere con gli altri e rivestire il ruolo di fratello maggiore. In una favola moderna, sarebbe l'amico buono e onesto del capo della gang, quello capace di riportare tutti sulla retta via. Federico ha conosciuto molto presto il dolore della perdita di una persona cara: la madre Elvira è venuta a mancare prematuramente, ma Federico ha potuto trovare consolazione in un uomo gentile che lo ha abbracciato e confortato come un fratello.
Papa Francesco è stato, per Federico, un punto di riferimento e una speranza nelle ore buie della morte della mamma, in un modo che ancora oggi desta stupore in suo figlio. La signora Elvira lavorava a Santa Marta, la casa dove il Santo Padre aveva scelto di vivere con modestia e umiltà.

Colpito dalla bontà del Pontefice verso la mamma, Federico, che ama cucinare, preparava per il Santo Padre degli ottimi dolci, molto apprezzati. Un modo semplice per ringraziare un uomo altrettanto semplice, nonostante il ruolo austero che ricopriva, quello di successore di Pietro. Abbiamo contattato Federico Mirabella per un suo ricordo su Bergoglio.

I suoi genitori hanno lavorato per Papa Francesco, le hanno parlato di lui?
«Mamma era la cameriera addetta alla sua stanza, papà aveva il ruolo di cameriere. Papà fu assunto quando mamma si ammalò e fu costretta a rinunciare al lavoro. In quel periodo già drammatico, anche mio padre Giuseppe perse il lavoro; fu proprio il Papa Francesco a volerlo assumere, sempre a Santa Marta, al posto di mia mamma. Io, invece, ho lasciato il lavoro alla Casa Paolo VI per diventare sacerdote, stupendo anche il mio capo».

Che rapporto aveva la mamma con Papa Francesco?
«Mamma era cameriera e si occupava proprio della camera del Papa. Lo aveva conosciuto durante il conclave, perché lei fu tra le persone scelte per assistere i cardinali. La trattava con affetto. Quando si ammalò di quel male che ce la portò via, Papa Francesco si preoccupò che trovasse posto in ospedale, si interessò alla sua salute. L’ho sentito vicino, come un fratello, anche se con i miei dolci lo viziavo come un nonno».

Vuole condividere un ricordo particolare di quel periodo?
«Quando mamma morì, Papa Francesco volle ricordarla durante una delle udienze generali del mercoledì: disse di essere triste per la morte di Elvira, e chiese di pregare per noi, di fare in memoria di mia madre delle opere di misericordia. Un gesto che commosse tutti noi».

Ha un ricordo personale che vorrebbe narrare?
«Ho avuto l'opportunità di incontrare il Papa durante una messa a Santa Marta, al termine della quale lui si avvicinò e mi volle parlare. Ma resterà per sempre nel mio cuore l’incontro avvenuto a settembre del 2018, poco prima che entrassi in seminario. Papa Francesco volle informarsi della mia vocazione, mi esortò a comportarmi bene e ad occuparmi delle persone più piccole: mi raccomandò proprio di dedicarmi ai giovani, di essere per loro un esempio. Seguirò il suo consiglio».
Cosa le ha lasciato questa conoscenza con Papa Francesco?
«Ho in mente l’immagine di un uomo semplice. Papa Francesco parlava alla gente con semplicità, sapeva farsi vicino a tutti, non è stato mai distante».

Come immagina il successore di Bergoglio?
«Confido nell’azione dello Spirito Santo e sono certo che il prossimo Papa sarà esattamente l’uomo giusto per la Chiesa di Dio».

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