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Frosinone

Assaltò la sede della Cgil. Denunciato per una maxi truffa

Scoperto dalle volanti un attivista romano accusato di aver raggirato un anziano del capoluogo. Con la scusa di un bonifico sospetto, spacciandosi per poliziotto era riuscito a farsi accreditare 20.000 euro

questura di frosinone

La questura di Frosinone

Dall’assalto alla sede della Cgil alle truffe spacciandosi per finto poliziottoDenunciato dalla questura di Frosinone un romano per i reati di truffa aggravata e riciclaggio. L’uomo era riuscito a farsi bonificare su un conto (poi subito svuotato)  20.000 euro da un anziano del capoluogo. A seguito delle attività d’indagine condotte dalla sezione volanti di Frosinone, gli agenti sono riusciti a risalire al presunto autore della truffa identificato per un attivista romano di estrema destra noto alle forze dell’ordine per aver partecipato all’assalto della sede nazionale della Cgil a Roma il 9 ottobre 2021 durante una manifestazione dei “No green pass”. La denuncia è stata presentata da un anziano residente nel capoluogo, vittima dell’ormai collaudata truffa  con la tecnica del finto poliziotto. L’indagato è accusato di aver contattato  telefonicamente la vittima per risolvere un contenzioso su un conto corrente postale. 

La vicenda risale allo scorso mese di marzo  quando la vittima ha denunciato di aver ricevuto una telefonata sulla propria utenza telefonica,  da parte di un sedicente operatore dell’assistenza clienti di una banca. L’uomo chiedeva conto di un’operazione, a suo dire sospetta, relativa a un bonifico di un’ingente somma eseguito dal suo conto con procedura d’urgenza. L’anziano, dal canto suo,  disconosceva l’operazione, ma il truffatore lo rassicurava sostenendo che il bonifico sarebbe stato congelato e che del caso se ne sarebbe occupata la polizia. La telefonava si concludeva con la comunicazione che un funzionario della questura l’avrebbe al più presto contattato. In effetti, l’anziano poco dopo riceveva un’altra telefonata dall’utenza telefonica 07752181 (ovvero l’utenza del centralino della prefettura e della questura di Frosinone) da un sedicente ispettore  della polizia postale di Frosinone che paventava l’esistenza di un’indagine per delle truffe bancarie. Così, lo invitava  a ripetere l’operazione di bonifico in uscita, per la somma di 20.000 euro, su un diverso conto corrente  per poter, a suo dire,  effettuare uno storno della precedente operazione e riaccreditare l’intero importo.

Purtroppo, la vittima cadeva nel tranello ed effettuava un bonifico istantaneo. Trascorsi pochi minuti, il frusinate riceveva sul proprio telefono un messaggio whatsapp con il logo e la  dicitura della polizia postale per dimostrare la conclusione positiva dell’operazione e   l’invito a presentarsi in questura a formalizzare la denuncia per il presunto precedente tentativo di raggiro.
Ed era proprio in questura che l’uomo scopriva di essere stato truffato dal sedicente operatore di polizia. L’attività investigativa  permetteva agli agenti di accertare che il numero telefonico da cui erano partite le telefonate è intestato ad un cittadino straniero inesistente. Tuttavia, gli uomini del commissario Gianluca Di Trocchio riuscivano a  identificare il responsabile sul cui conto corrente erano inizialmente confluiti i fondi, poi traslati su conti correnti esteri per investimenti in criptovalute.

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