Spazio satira
Verso il conclave
28.04.2025 - 16:00
Con la fine delle solenni esequie papali, inizia il periodo dei novendiali, nove giorni di messe in suffragio del pontefice defunto, come previsto dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis (1996). Al termine, il 7 maggio si aprirà il Conclave nella Cappella Sistina, dove 133 cardinali elettori sotto gli 80 anni, secondo i dati ufficiali del Vaticano, sceglieranno il successore di Bergoglio. L’elezione, avvolta dal segreto della clausura, sarà annunciata dalla fumata bianca e dall’Habemus Papam.
Il Conclave del 2025 si preannuncia senza un favorito netto, riflettendo la diversità della Chiesa globale. Tra i nomi più accreditati figurano tre italiani: Pietro Parolin, Segretario di Stato, apprezzato per la sua esperienza diplomatica; Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, noto per il dialogo con ebrei e musulmani; e Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Zuppi, 69 anni, è considerato un erede di Francesco per il suo impegno sociale e il ruolo nella Comunità di Sant’Egidio, che lo ha visto mediatore in conflitti come quello mozambicano. Tra i cardinali stranieri emergono Luis Antonio Tagle, filippino, voce dell’Asia cattolica, e Fridolin Ambongo Besungu, congolese, possibile primo papa africano. Non mancano outsider come l’ungherese Peter Erdo, il francese Jean-Marc Aveline o Lazzaro You Heung-sik, 73 anni, sudcoreano, prefetto del Dicastero per il Clero, rappresentante dell’Asia.
Matteo Zuppi, cardinale e arcivescovo, dal 27 ottobre 2015 arcivescovo metropolita di Bologna e dal 24 maggio 2022 presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è nato a Roma nel 1955 e vanta radici nella provincia di Frosinone. La sua famiglia materna, i Confalonieri, è legata alla Ciociaria: sua madre, Carla Fumagalli, era nipote del cardinale Carlo Confalonieri, che aveva vincoli familiari con Alatri e Veroli. Zuppi ha trascorso parte della giovinezza in una casa di famiglia tra le colline ciociare, un’esperienza che ha influenzato la sua vocazione di “prete di strada”. Sua nonna paterna, Giovanna Stirpe, era originaria di Veroli, dove Zuppi ha ricevuto la cittadinanza onoraria nel 2021. Il legame con Trevi nel Lazio è altrettanto forte: suo padre, Enrico Zuppi, per oltre 30 anni direttore dell’Osservatore Romano, possedeva una villa estiva sugli Altipiani di Arcinazzo e costruì una cappella funeraria nella zona, dove riposano diversi familiari. Zuppi trascorreva le estati a Trevi nel Lazio, e ancora oggi celebra una messa annuale molto partecipata nella zona. Nel 2024, il sindaco Silvio Grazioli gli ha conferito la cittadinanza onoraria, riconoscendo il suo legame storico con la comunità.
La Ciociaria ha dato alla Chiesa sei pontefici, un contributo straordinario per un territorio così piccolo. Si inizia con Ormisda (514-523), nato a Frosinone. Diplomatico abile, Ormisda sanò lo scisma acaciano, riconciliando Roma e Costantinopoli unendo per l’ultima volta le chiese d’Occidente e d’Oriente, e fu padre di Silverio (536-537), anch’egli nato a Frosinone. Silverio, eletto sotto pressione bizantina, fu deposto dall’imperatrice Teodora e morì in esilio a Ponza, come narrato nel Liber Pontificalis. Seguono i grandi papi medievali ciociari: Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni, 1198-1216), nato a Gavignano, che con la Quarta Crociata e il Concilio Lateranense IV segnò il Medioevo; Gregorio IX (Ugolino di Anagni, 1227-1241), di Anagni, canonizzatore di San Francesco e per alcuni fondatore dell’Inquisizione; Alessandro IV (Rinaldo di Jenne, 1254-1261), anch’egli di Anagni, impegnato contro i ghibellini; e Bonifacio VIII (Benedetto Caetani, 1294-1303), nato ad Anagni, autore della bolla Unam Sanctam e vittima del celeberrimo “schiaffo di Anagni”.
La storia dei Conclavi, ricostruita attraverso gli archivi vaticani, offre dati significativi. Il più breve fu quello del 1276, che elesse Innocenzo V in un solo giorno, grazie all’unanimità dei cardinali, come riportato da storici come Ludwig von Pastor. Il più lungo si tenne tra il 1268 e il 1271 a Viterbo, durato 33 mesi. L’indecisione dei cardinali portò i cittadini a chiuderli nel palazzo papale, scoperchiandone il tetto, dando origine al termine “Conclave” (cum clave). L’elezione di Gregorio X introdusse nuove regole elettorali, secondo il Decretum de Electione Papae. I Conclavi sono ricchi di episodi. In quello di Perugia (1294), dopo 27 mesi di stallo, i cardinali elessero l’eremita Pietro da Morrone, che divenne papa Celestino V. Scelto per la sua santità, si rivelò inadeguato: non parlava latino, preferiva spostarsi a piedi o su un mulo e stabilì la sede papale a Napoli per evitare Roma. Secondo la tradizione, il cardinale Benedetto Gaetani lo tormentò di notte attraverso un buco nella sua cella, spingendolo a rinunciare dopo pochi mesi. Gaetani divenne poi papa Bonifacio VIII, mentre Celestino passò alla storia per il “gran rifiuto” citato da Dante e morì nel castello di Fumone nel 1296 dove venne rinchiuso. Nel 1521 l’elezione di Adriano VI, un papa straniero (olandese), fu accolta con proteste popolari a Roma. I cardinali, accusati da versi satirici di Pasquino di essere distratti da cibo, donne e politica, furono accolti con fischi e lancio di sassi all’uscita dal conclave, un raro caso di dissenso pubblico verso un’elezione papale.
Nel 1958, per l’elezione di Giovanni XXIII, una fumata ambigua confuse i fedeli in piazza San Pietro. Nel 2013, durante l’elezione di Bergoglio, una scheda riportava il nome errato “Bertoglio”, un errore che suscitò un sorriso tra i cardinali, secondo testimonianze ufficiali. Nel 2005, l’elezione di Joseph Ratzinger avvenne in due giorni, un record di rapidità per l’epoca moderna, riflettendo il suo prestigio teologico. Ora i cattolici attendono la loro nuova guida.
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