Spazio satira
Frosinone
10.03.2025 - 15:25
Tra storia, radici, cultura e legame autentico con il territorio. “Il Medioevo nel Lazio Meridionale: storia, pellegrinaggi e sapienza monastica” è il titolo dell’evento curato dalla Banca Popolare del Frusinate e tenutosi nella sala del Granaretto dell’abbazia di Casamari. Un’occasione anche per presentare il libro dal titolo “La corte papale in Ciociaria”, l’ultima delle quattro pubblicazioni già edite da BpF e che in particolare hanno riguardato “Benedetto e la Regola”, “Monasteri in Ciociaria: San Sebastiano e Casamari” e “Medioevo monastico – Il racconto dei libri”.
Un patrimonio, in termini di libri e di cultura in genere, di cui la Banca ha fatto dono al territorio. Lo ha sintetizzato bene il presidente Carlo Salvatori. «Come Banca noi abbiamo il dovere di offrire servizi alle imprese e alle famiglie e allo stesso modo è giusto restituire al territorio una parte di quanto si ottiene da quel servizio alla comunità. Questi quattro volumi non sono l’unico esempio di rispetto del territorio, ma uno dei tanti, e noi continueremo in questo modo: da una parte lavorare per il bene della comunità in cui viviamo e dall’altra restituire alla stessa per farla crescere».
Un evento diviso in due momenti differenti. La presentazione del libro e una tavola rotonda. A moderare il professor Franco De Vivo, tra i massimi esperti di Medioevo che abbiamo Italia. Interessanti interventi degli abati di Casamari e di Montecassino, dom Loreto Camilli e dom Antonio Luca Fallica, del presidente di BpF Carlo Salvatori, del consigliere nazionale Fiavet Fabio Benedetti e, naturalmente, dell’autore della pubblicazione presentata, il professor Agostino Paravicini Bagliani, accademico di fama mondiale, che si è avvalso della collaborazione di Marco Ciocchetti, fresco di dottorato sulla materia in questione. È stato il professor De Vivo a ricordare le pubblicazioni edite da BpF; le prime tre che si riferiscono al Medioevo monastico e la quarta al Medioevo ecclesiastico.
Attento padrone di casa l’abate Camilli, che ha sottolineato la bellezza di Casamari e ringraziato la banca, definita grande mecenate, «perché ha avuto questa sensibilità e questa attenzione alla promozione culturale del territorio. E non è una cosa scontata. Con noi c’è una lunga collaborazione – ha aggiunto dom Loreto – e siamo legati attraverso il concerto di fine anno, che ogni anno acquista valore, e negli anni indietro con il festival lirico». Ha poi ricordato la presenza a Casamari di Innocenzo III nel 1203, con la benedizione della prima pietra, e nel 1217 quella di Onorio III, con la consacrazione della chiesa. Onorio III tornerà poi nel 1222 per incontrare Federico II.
L’abate di Montecassino si è definito un figlio adottato della Ciociaria, che «sento il bisogno di conoscere e approfondire. Conoscere un territorio significa anche conoscere le sue radici, la sua storia, le sue tradizioni e le radici sono tali perché continuano a portare il loro frutto nel nostro tempo. La collana edita dalla BpF – ha aggiunto – testimonia una storia antica, in cui la presenza monastica si intreccia con una più ampia storia ecclesiale». Il presidente Carlo Salvatori ha rivolto il suo ringraziamento all’abate Camilli e a tutti i presenti, ricordando l’importanza dell’ultima pubblicazione che ha al centro una particolarità straordinaria, quella cioè di raccontare di quattro pontefici ciociari in un solo secolo, ovvero Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV e Bonifacio VIII. Davvero un unicum.
«Sin dalla sua costituzione – ha commentato il presidente Salvatori – Banca Popolare del Frusinate è sempre stata attenta sostenitrice e divulgatrice di fenomeni sociali e culturali ed il mio predecessore, il dottor Memmo Polselli, è stato il primo interprete di questa strategia della Banca. Io ne sono solo il divulgatore». Ha poi ricordato le abbazie del territorio, Casamari, Montecassino, Trisulti, San Sebastiano e San Domenico, e le vicine Fossanova e San Benedetto a Subiaco. «Siamo vicini al cuore della cristianità universale – ha sottolineato citando la Città del Vaticano e ricordando l’anno del Giubileo – Anche le nostre abbazie ricoprono un ruolo fondamentale e quindi appare doveroso il forte impegno di papa Francesco a richiamare ai grandi pilastri della dottrina sociale. Il rispetto di ogni essere umano per la costruzione di una società migliore e la solidarietà verso i più bisognosi».
Centrale la descrizione della nuova pubblicazione da parte del professor Agostino Paravicini Bagliani. «Per uno storico è un onore e un privilegio scrivere un libro del genere. Perché permette non soltanto di raccontare, ma anche di pensare in maniera più nuova a tutto quello che è stato fatto». Il professore ha sottolineato come la divulgazione sia un elemento nobile della nostra attività intellettuale, soffermandosi poi sugli elementi originali da mettere in evidenza. Il primo è che la Ciociaria sia l’unico territorio, in Italia e in Europa, ad aver espresso quattro pontefici in un solo secolo di storia. E poi c’è l’elemento della personalità di questi Papi, tutti dotati di un’alta istruzione.
L’altro elemento nuovo è che con Innocenzo III si inizia un modello di vita di corte fino ad allora insolito. Ovvero per 14 volte il pontefice lascia Roma in estate e torna in autunno. «L’arrivo di una corte papale in una città – ha altresì aggiunto - ha chiaramente un impatto economico, politico, istituzionale e culturale incredibile». Più particolari e forse meno note le pagine dedicate all’interesse della corte papale per il corpo e per la medicina. Si parla di medici presenti alla corte papale e, in particolare, dell’interesse di Innocenzo III nei confronti di questa materia. Quest’ultimo fu tra l’altro il primo pontefice ad aver fondato un ospedale a Roma, quello di Santo Spirito in Saxxia, oltre che il primo a parlare in maniera aperta delle proprie malattie.
Significativo il passaggio su Bonifacio VIII, che promulga la Romana Madre Ecclesia e nel preambolo fa un vero e proprio elogio della Ciociaria descrivendola come un prediletto e delizioso giardino della Chiesa nella quale essa raccoglie dolci frutti.
La tavola rotonda ha guardato al futuro, con l’idea anche di proseguire con nuove pubblicazioni di quella che oramai è una vera e propria collana. Si è parlato di viaggiatori e pellegrini più che di turisti, che prima di mettersi in viaggio studiano il loro percorso; di economia del viaggio, dell’accoglienza e dell’importanza di far scoprire la nostra terra. Il viaggiatore fa un’esperienza di vita. E la vera sfida, è stato sottolineato, forse è proprio quella di fare di un turista un viaggiatore. Unanime il messaggio secondo cui la Ciociaria sia una terra ricca di bellezza e che sia solo necessario valorizzarla. Un territorio dove non mancano le iniziative ma che, come ha sottolineato il consigliere nazionale Fiavet, Fabio Benedetti, ha difficoltà nel metterle in rete per la mancanza di un coordinamento vero e proprio. Al termine della giornata di studi, ai partecipanti è stato consegnato un ricordo che richiama alle balie ciociare, come simbolo di nutrimento e accoglienza della terra di Ciociaria.
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