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I dati

Anche in Ciociaria prosegue la corsa delle donne manager

In provincia di Frosinone sono il 20,7% del totale. Negli ultimi 15 anni registrata una crescita del 107,4%

Donne manager

In un’Italia che negli ultimi decenni ha arrancato sotto il peso di una crescita economica asfittica, emerge un dato che accende una luce di speranza: i dirigenti privati sono in aumento. Secondo gli ultimissimi dati ufficiali Inps del 2023, elaborati da Manageritalia, il numero di manager nel settore privato è cresciuto del 2,6% rispetto all’anno precedente, consolidando un trend positivo che si è rafforzato negli ultimi quattro anni, quelli segnati dalle cosiddette “policrisi”. Un incremento che sembra smentire il passato, quando, tra il 2008 e il 2018, la categoria aveva subito un calo del 5%. Ma ciò che rende questa crescita davvero significativa è il ruolo delle donne e il peso sempre maggiore del terziario, settori che stanno ridisegnando il volto della managerialità italiana.

Una corsa verso la parità

Il dato più sorprendente del 2023 è la spinta propulsiva delle donne dirigenti, aumentate del 5,1% contro l’1,9% degli uomini. Un balzo che segue il +3,8% complessivo del 2022 e che conferma una tendenza di lungo periodo: dal 2008 al 2023, le donne manager sono cresciute del 101,5%, mentre gli uomini sono diminuiti del 2,8%, portando il totale dei dirigenti a un +9,6%. Oggi, le donne rappresentano il 21,9% dei dirigenti privati italiani, un passo avanti rispetto al 21,4% del 2022 e al 19,1% del 2020. Questa “rincorsa rosa” è ancora più evidente tra le nuove generazioni: tra gli under 35, le donne costituiscono il 39% dei dirigenti, e tra gli under 40 il 31%, percentuali ben superiori alla media nazionale. Un segnale chiaro di come il ricambio generazionale stia favorendo una maggiore presenza femminile, mentre i manager uomini, più concentrati nelle fasce d’età avanzate, lasciano gradualmente il passo. Il futuro della managerialità italiana sembra tingersi di rosa, con le donne che emergono come protagoniste del cambiamento.

Il terziario traina la crescita

Se le donne sono il motore umano di questa trasformazione, il terziario è il terreno fertile su cui si sviluppa. Nel 2023, l’aumento dei dirigenti è stato equamente distribuito tra industria e terziario (+2,6%), ma guardando a un orizzonte più ampio – dal 2015 al 2023 – il terziario si distingue con un +20,3%, contro il modesto +3,7% dell’industria. Comparti come le attività professionali (+11,2%), le costruzioni (+8,3%), il turismo (+5,3%) e i trasporti (+4,5%) guidano questa espansione. Nel 2024, i dati preliminari sul terziario privato confermano il trend con un ulteriore +5%, spinto da un +9% delle donne e un +4% degli uomini. Il terziario si rivela anche il settore più “rosa”: le donne dirigenti raggiungono il 25,8% contro il 16,5% dell’industria. In ambiti come la sanità e l’assistenza sociale, addirittura, superano gli uomini (52,3%), mentre nell’istruzione sfiorano il 34,4%. Numeri che riflettono non solo una maggiore apertura alla leadership femminile, ma anche l’importanza strategica di questi settori in un’economia sempre più orientata ai servizi.

Un’Italia a due velocità

Nonostante la crescita complessiva, il panorama regionale mostra profonde differenze. Nel 2022, quasi tutte le regioni italiane hanno registrato un aumento dei dirigenti, con punte in Sardegna (+5,8%), Trentino Alto-Adige (+4,8%) e Lombardia (+3,6%). Ma il Mezzogiorno continua a perdere terreno, con flessioni significative in Calabria (-15,8%), Basilicata (-11,7%) e Sicilia (-7,1%). Il divario è ancora più evidente nel rapporto tra dirigenti e lavoratori dipendenti: a livello nazionale è dello 0,9%, ma sale all’1,7% in Lombardia e crolla allo 0,2-0,3% al Sud, ben sotto il 3% dei principali competitor europei.
Sul fronte della presenza femminile, il Lazio guida la classifica regionale con il 28,2% di donne dirigenti, seguito da Molise (27,1%) e Sicilia (26,9%). A livello provinciale, Milano domina con 10.987 donne manager, seguita da Roma (5.659) e Torino (1.469). Ma sono le piccole realtà del Sud, come Enna (56,2%) e Agrigento (46,1%), a registrare le percentuali più alte, pur su numeri assoluti limitati.

Serve managerialità

Questi numeri raccontano una storia più profonda: in tempi di crisi, le aziende italiane hanno riscoperto il valore della managerialità. Dopo anni di stagnazione, segnati da una scarsa propensione a investire in competenze gestionali, imprenditori e imprese sembrano aver compreso che senza una leadership qualificata non si può competere sui mercati globali né superare le difficoltà. E in questo contesto, la componente femminile si sta rivelando un’arma in più, portando diversità di visione e innovazione.

Tuttavia, la strada è ancora lunga. Due terzi delle aziende del terziario privato non contano alcuna donna tra i dirigenti, mentre solo il 12,7% è guidato esclusivamente da manager donne. Il gap con l’Europa resta evidente, e il Sud continua a essere penalizzato da una managerializzazione insufficiente. Eppure, i segnali sono incoraggianti: la crescita dei dirigenti, trainata da donne e terziario, potrebbe essere il primo passo verso un’Italia più competitiva e inclusiva. Una rivoluzione silenziosa, ma inarrestabile.

Il Lazio

Detto del dato regionale, al top a livello nazionale, e di Roma sul podio in Italia, le altre province del Lazio fanno registrare dei dati in chiaroscuro. Buon piazzamento, ad esempio, per Latina che è 29ª. Su un totale di 431 manager censiti, 314 sono uomini e 117 donne con quest’ultime che rappresentano il 27,1% del totale. Nel confronto tra 2023 e 2022 la donne manager hanno fatto registrare un aumento dell’8,3%, mentre nel raffronto tra 2023 e 2028 la crescita è addirittura del 125%.
Frosinone si colloca un po’ più su della metà della graduatoria nazionale, al 47º posto. In Ciociaria i manager sono 270: 214 uomini e 56 donne; 79,3% i maschi, 20,7% le femmine. Nel confronto tra 2023 e 2022 le donne sono cresciute del 30,2%, in quello tra il 2023 e il 2008 l’aumento è del 107,4%. Malino le restanti province del Lazio. Viterbo si classifica in 73ª posizione con il 305 di donne manager in diminuzione del 7,7% rispetto alla rilevazione precedente. Nei bassifondi, invece Rieti che va ad occupare la 96ª piazza su 108 con il 22% di donne manager censite, ma con un aumento del 44,4% nel confronto tra il 2023 e il 2022.

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