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L'operazione

Torture e violenze sui pazienti del Cem della Croce Rossa. Pene patteggiate

Le due donne di Sora coinvolte hanno accettato la pena a quattro anni, mentre la verolana a due. La scorsa estate l’indagine all’interno della struttura di Roma gestita dalla Croce Rossa Italiana

carabinieri roma

L’ordinanza degli arresti domiciliari è stata eseguita a luglio scorso dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma

Torture, violenze e maltrattamenti all’interno del centro di educazione motoria della Croce Rossa a Roma, su pazienti affetti da gravi patologie psico-fisiche, definiti i riti. Nell’udienza di lunedì quattro operatori hanno definito il processo con il rito alternativo del patteggiamento, due dei quali secondo il nuovo rito Cartabia che prevede la pena sostitutiva, altri due hanno scelto il rito ordinario perché nell’udienza preliminare sono stati rinviati a giudizio e, per loro, il processo inizierà a novembre 2025, mentre tutti gli altri hanno optato per l’abbreviato che sarà celebrato con rito camerale il 17 febbraio prossimo. Nell’inchiesta sono finiti dieci operatori, tra cui due donne di Sora, M.R.I. di 60 anni, e D.T. di 55, e una giovane di Veroli, T.P., di 29 anni.

Tutte e tre hanno patteggiato, le operatrici sorane a quattro anni, mentre la verolana a due con pena sospesa. Ha patteggiato anche un altro operatore, mentre per altri due è stato disposto il rinvio a giudizio e quattro hanno scelto l’abbreviato. Nel corso dell’udienza ci sono state anche le costituzioni di parte civile, tra cui la Croce Rossa Italiana. A eseguire l’ordinanza degli arresti domiciliari, lo scorso luglio, sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, su delega della Procura della Repubblica locale. L’inchiesta ha portato alla luce uno scenario inquietante, descritto dal pubblico ministero come una “galleria degli orrori”. Secondo l’ordinanza del gip, gli operatori avrebbero inflitto ripetute violenze fisiche e psicologiche ai pazienti, accompagnando le loro azioni con parole di scherno che deridevano i deficit mentali delle vittime. L’indagine è nata dalla denuncia presentata ai carabinieri dai vertici della Croce Rossa capitolina nell’aprile 2023, con la quale veniva segnalato che un utente della struttura presentava una vistosa ecchimosi al volto compatibile con delle percosse. In quel periodo sono state piazzate le telecamere nella struttura.

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