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Anagni

Lo spettro dello spopolamento

Nel 2024 il numero delle morti ha quasi doppiato quello delle nascite. Gli abitanti sono oggi 20.768. In dieci anni persi poco meno di mille residenti. L’inversione di tendenza del 2023 si è rivelata una bolla di sapone

Lo spettro dello spopolamento

Una veduta del centro urbano di Anagni

L’anno 2024 ha fatto registrare per la città dei papi un numero di morti quasi doppio di quello dei nati. Al 31 dicembre scorso, infatti, risultano essere nati durante l’anno 123 bambini, che rapportati ai 213 morti sorprendono, anzi impressionano. Inoltre, nel caso di tardiva comunicazione da parte di comuni o cliniche ed ospedali, è logico ipotizzare modifiche in aumento per il dato sui defunti.

La popolazione anagnina, che negli anni è andata sempre più dimunuendo, alla mezzanotte di San Silvestro contava 20.768 residenti, ben lontana dunque dai 21.000 abitanti che solitamente vengono indicati. Un anno fa, al 31 dicembre 2023, i residenti erano 20.784, di cui 10.586 donne e 10.198 uomini.

Il trend di crescita, che partendo dal 2001 con 19.139 abitanti raggiunse e superò la fatidica soglia dei 20.000 nel 2005 (20.888 residenti), raggiunse il massimo storico nel 2014 con 21.515, cifra che portò il centrosinistra che allora governava la città a fregiarsi di aver favorito la crescita. Ecco quindi l’inizio della discesa, fino al 2020 con 20.853, il 2022 con 20.762 e l’effimero recupero dell’anno 2023 con il 20.784 residenti. Nel 2024 un altro calo, fino a raggiungere quota 20.768.
Come non tenere conto di certi numeri e certe tendenze nel trattare temi correlati all’andamento demografico, come il servizio di igiene urbana e soprattutto il futuro assetto urbanistico della città?

Favorire nuovi insediamenti abitativi appare poco sensato in un territorio che conta migliaia di abitazioni (seconde case) non locate ed un gran numero di cittadini residenti in immobili di proprietà. Non servono perciò nuove costruzioni che produrrebbero un inutile consumo di suolo, oltre che un incremento di superfici pubbliche (strade, piazzali, eccetera) difficili da manutenere.
Discorso simile per i fabbricati da adibire ad attività produttive. Inoltre, per il servizio di igiene urbana il capitolato per la nuova gara non fa alcun cenno a conteggi rivisti o corretti. Un bel caos.

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