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Cassino

Stellantis, nuova ondata di fermi produttivi

Blocchi dal 23 dicembre al 3 gennaio per tutta la fabbrica. Ieri pomeriggio la comunicazione dello stop di due reparti oggi. A cascata conseguenze negative sull’intero indotto, già a pezzi. Occhi puntati sul tavolo dell’automotive al ministero

Stellantis, nuova ondata di fermi produttivi

La linea di montaggio interna al Plant laziale

Non c’è pace per la fabbrica ai piedi dell’abbazia. Sono passati pochi giorni dal lungo ponte di Halloween e arriva la comunicazione di nuovi fermi produttivi. A catena!
Se nella serata di martedì, dopo le 21, si è annunciato che l’indomani non avrebbe lavorato il montaggio e collegati, ieri mattina la notizia del lungo periodo di ferie natalizie.
Lo stabilimento spegnerà i motori per una fermata collettiva che riguarderà tutti i reparti nelle giornate del 23, 24, 27, 30 e 31 dicembre e 2 gennaio. Le stesse verranno coperte - in ordine - da ferie e par anno 2023/24.
Inoltre la festività del patrono Sant’Amasio prevista il giorno 23 gennaio verrà anticipata il 3 gennaio.
Ma non è tutto. Già nel primo pomeriggio l’ennesima comunicazione: oggi stop per la lastratura e la verniciatura.

L’indotto a pezzi
A cascata le conseguenze nefaste per un indotto già ridotto in brandelli, con la prima apertura di licenziamenti collettivi alla De Vizia e altre otto aziende - tra servizi e indotto diretto - appese al filo del rinnovo dell’appalto in scadenza il 31 dicembre. Rinnovi che, laddove ci saranno, potrebbero avere una forte riduzione dei costi e portare comunque a tagli del personale. Aleggia l’incubo di una società unica che possa unire tutte quelle che si occupano di servizi.

Il tavolo a Roma
Chi invece potrebbe gettare una luce sulle novità in merito agli ammortizzatori sociali in scadenza nelle aziende della componentistica è il ministro Adolfo Urso che, per oggi, ha riunito il tavolo dell’automotive.
Gli occhi sono tutti puntati su Roma e su ogni singola parola che uscirà dalla riunione.
Ormai il tempo stringe e centinaia sono i posti di lavoro, nel Cassinate e non solo, che rischiano di andare in fumo da un momento all’altro se non interverranno soluzioni valide a scongiurarlo.

Aria di mobilitazione
E l’aria si fa già pesante ancor prima di cominciare. «Come Fim-Cisl ribadiremo con determinazione che, per superare l’impasse su cui verte attualmente il settore automobilistico italiano, è indispensabile alzare il livello del confronto portandolo alla Presidenza del Consiglio, con il coinvolgimento diretto dei vertici di Stellantis», ha detto nel tardo pomeriggio di ieri Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl. Che ha annunciato: «Se non riceveremo risposte chiare e rapide nei prossimi giorni, insieme alle altre organizzazioni sindacali siamo pronti a una mobilitazione immediata: ci autoconvocheremo come sindacati, accompagnati dai lavoratori, nelle vicinanze di Palazzo Chigi. La situazione è ormai estremamente critica, specialmente dopo il drastico taglio dell’80% del fondo destinato al settore automotive nella legge di stabilità, una riduzione di ben 4,5 miliardi di euro».

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