Spazio satira
Omicidio Vassallo
08.11.2024 - 12:00
Fabio Cagnazzo durante l’incarico alla Multinational Specialized Unit (Msu-Kfor) di Pristina
Una vera e propria dinastia di carabinieri. Il nonno di Fabio Cagnazzo era maresciallo, mentre suo padre, Domenico, è stato un generale di alto profilo, noto per l’arresto di Enzo Tortora nel 1983. Anche i fratelli Salvatore e Massimo, gemello di Fabio, sono ufficiali superiori.
Cagnazzo, nato ad Aversa, in provincia di Caserta, nel 1970, ha seguito le orme familiari frequentando la scuola militare della Nunziatella a Napoli e successivamente l’Accademia di Modena. La sua carriera si è distinta per risultati operativi di rilievo: durante il periodo alla guida del nucleo operativo di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, si è guadagnato una grande reputazione per la sua incisività nella lotta alla criminalità organizzata. È particolarmente orgoglioso di aver assicurato alla giustizia centottanta latitanti, contribuendo alla disarticolazione di pericolosi clan attivi sul territorio campano.
Nel 2010, tuttavia, fu improvvisamente trasferito da Castello di Cisterna a Foggia, un evento che destò diverse speculazioni. Questo trasferimento inatteso suscitò non solo dubbi, ma anche attestazioni di solidarietà da parte dei colleghi della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che scrissero una lettera al procuratore dell’epoca, Giovandomenico Lepore. Nella missiva, firmata da 26 pubblici ministeri, si lodavano le capacità investigative di Cagnazzo, la lealtà verso le istituzioni e il suo contributo fondamentale alle operazioni contro la criminalità organizzata.
Dopo la parentesi in Puglia e dopo un’esperienza in Kosovo, Cagnazzo è stato nominato comandante provinciale dei carabinieri a Frosinone, ruolo che ha ricoperto dal 2017 al 2020.
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