Spazio satira
Il report
28.10.2024 - 17:00
La città più “intelligente”, o smart, d’Italia? Non è Frosinone. E non lo è né del Centro Italia, né del Lazio. Tra i capoluoghi di provincia, Frosinone figura in un poco lusinghiero 75º posto su 110, testimonianza del fatto che la strada da compiere è molto lunga, assai lunga, per risalire la china su posizioni decenti. La fotografia è stata scattata dal “City Viscion Score 2024” realizzato da Blum e Prokalos. Dominano la classifica dei 7.890 Comuni Italiani, le realtà del Nord Italia, mentre si deve scendere nella classifica per incontrare le prime città del sud.
Trenta gli indicatori tenuti in considerazione suddivisi nelle 6 dimensioni chiave di una smart city: Smart Governance, Smart Economy, Smart Environment, Smart Living, Smart Mobility, Smart People. Il report City Vision analizza il livello di “intelligenza” delle città italiane attraverso un indice che valuta la capacità dei territori di adattare soluzioni digitali ed innovative, a problemi reali.
Nonostante nella classifica generale emerga ancora questo divario tra Nord e Sud, lo score adotta un “approccio inclusivo”, suddividendo i risultati in 3 aree geografiche principali: Nord, Centro, Sud e Isole. In questo modo è possibile evidenziare le dinamiche di sviluppo anche nei territori in cui i processi di trasformazione sono meno accentuati. Per arrivare a creare un indice di paragone vengono utilizzate fonti pubbliche e istituzionali come l’Istat, l’Agenzia delle Entrate, i dati del Mef Unioncamere, Ispra e PA digitale. L’indicatore sintetico di posizione va da un minimo di 10 punti ad un massimo di 100.
Il Focus sui capoluoghi mette in evidenza una maggiore concentrazione del fenomeno di smartness in specifiche aree geografiche rispetto a quanto osservato a livello comunale. Il Nord-Est si conferma come la macro area più smart d’Italia, grazie alla presenza di capoluoghi particolarmente avanzati in termini di smart economy, governance e mobilità. Questa regione è il fulcro di un processo di innovazione che coinvolge sia infrastrutture moderne sia strategie di sviluppo orientate alla sostenibilità e alla qualità della vita. La top 10 dei capoluoghi è dominata da tre sole regioni: Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna, a dimostrazione di come queste aree siano leader indiscusse del panorama smart italiano. In particolare, Milano, Bologna e Padova si distinguono per l’eccellenza nelle loro politiche di innovazione e sviluppo tecnologico. Nel Nord-Ovest, Torino emerge come il primo capoluogo al di fuori della Lombardia a classificarsi in posizione di rilievo. Nel Centro Italia, Pisa e Firenze sono i capoluoghi di riferimento, posizionandosi ai vertici della graduatoria grazie a una combinazione di innovazione tecnologica e gestione efficiente del territorio. Il Sud continua a scontare un divario significativo rispetto al resto del Paese.
Nella top 50 figura solo un capoluogo meridionale, Teramo, confermando il gap cronico tra Nord e Sud in termini di infrastrutture, economia e servizi smart. Questa disparità è ben rappresentata dagli indicatori indagati, che misurano la smartness delle città in diverse dimensioni. Infine, nei capoluoghi del Nord, emerge un chiaro effetto traino esercitato dalla smart economy, dalla smart governance e dalla smart mobility, elementi che sottolineano l’importanza delle infrastrutture moderne per colmare il divario territoriale. Questo gap infrastrutturale spiega in gran parte la differenza di performance tra le varie aree del Paese, con il Nord che continua a essere un punto di riferimento per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico in Italia. Nel Lazio peggio di Frosinone fa solamente Latina che si piazza 85ª a dimostrazione del fatto che i capoluoghi del basso Lazio sono lontani anni luce dai livelli mediamente accettabili di una smart city moderna.
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