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L'inchiesta

Sparatoria allo Shake bar. Subito a processo per omicidio

A sei mesi di distanza il 9 dicembre il giudizio immediato contro Mikea Zaka. L’albanese accusato di aver cercato di uccidere altre tre persone e di ricettazione dell’arma. Si va verso l’abbreviato

Sparatoria allo Shake bar. Subito a processo per omicidio

Omicidio allo Shake bar, il 9 dicembre il giudizio immediato. Il gip del tribunale di Frosinone Ida Logoluso ha accolto la richiesta del pubblico ministero Samuel Amari e ha fissato la prima udienza davanti alla Corte d’assise di Frosinone. Ma non è detto che ci sarà la Corte d’assise. Sotto accusa c’è l’albanese Mikea Zaka, 23 anni a ottobre, accusato di omicidio volontario nei confronti del connazionale Kasem Kasmi, 26 anni, e del tentato omicidio del fratello di questi e di un’altra coppia di fratelli. Secondo le accuse, raccolte dalla squadra mobile di Frosinone, diretta dal vice questore Flavio Genovesi, Zaka è accusato di aver esploso «almeno sei colpi dalla pistola calibro 7,65 che illegalmente portava con sè verso Kasmi, che decedeva in conseguenza di un colpo in pieno petto», mentre gli altri tre rimanevano «gravemente feriti» tanto da essere «sottoposti a interventi chirurgici presso gli ospedali Spaziani di Frosinone e San Camillo di Roma».

L’uomo «mentre si trovava ai tavoli esterni del bar Shake unitamente ad altri quattro amici e conoscenti veniva avvicinato dai fratelli Kasmi, Kasem e Ervin, e Hidraliu, Klevin e Alvider: lo Zaka si alzava per primo e, all’avvio di una colluttazione tra i due gruppi, immediatamente estraeva l’arma ed esplodeva in sequenza almeno sei colpi ad altezza d’uomo, mirando al petto di Ervin Kasmi e poi di Kasem, quindi alle spalle di Klevin e Alvider Hidraliu». A Kasmi è contestata la ricettazione dell’arma, acquistata da una persona rimasta ignota per la cifra di 350 euro, e ritenuta «per natura e modalità di acquisto di sicura provenienza illecita». Contesta la violazione della legge sulle armi per aver portato in luogo pubblico la pistola con otto proiettili nel caricatore.

Nel corso delle indagini sono state eseguite le consulenze medico-legale, sui residui di sparo, balistica, biologica-genetica su tracce ematiche e Dna nonché l’elaborazione delle riprese della videosorveglianza presente presso i luoghi della sparatoria.
Zaka, che è difeso dagli avvocati Marco Maietta e Giovanni Tedesco, chiederà di essere processato con il rito abbreviato. E, considerato che allo stato non è contestata l’aggravante dei futili motivi, la richiesta potrebbe venire accolta, il che comporterebbe una definizione sullo stato degli atti senza più la necessità di un processo da svolgere davanti alla Corte d’assise. Le parti offese saranno rappresentate dagli avvocati Martina Stirpe, Tony Ceccarelli, Christian Alviani, Martina Iachetta e Laura Rapuano.

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