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Stellantis, indotto in emergenza

Territorio in allarme per i nuovi blocchi produttivi. Il sindaco di Villa S. Lucia chiede di convocare la Consulta

stellantis

Lo stabilimento Stellantis di Cassino fermo dal 30 luglio

Stabilimento fermo, di conseguenza l’indotto è costretto a rallentare la sua corsa. Ed è di nuovo emergenza. La notizia del prolungamento delle “ferie forzate” degli operai del Plant cassinate è stata una doccia fredda per l’intero territorio che sperava in un autunno diverso. Se l’altro giorno era stata la Uilm di Frosinone a parlare di una realtà del settore che ragiona sullo spostamento delle attività da Cassino, ora è la Fiom, con il segretario Frosinone-Latina, Donato Gatti, a raccontare le vicissitudini di un’altra azienda-satellite che farà presto ricorso ai contratti di solidarietà. Con la fabbrica bloccata per assenza di ordini, scarseggiano o si azzerano anche le commesse per l’indotto che conta quasi 3.000 addetti. E anche la politica si mobilita.

La vicenda
Il nuovo allarme è scattato nella giornata di venerdì quando la dirigenza aziendale, come molti immaginavano, ha comunicato che lo stabilimento riaprirà il 16 settembre e non più il 9. Dunque per 47 giorni consecutivi gli operai saranno costretti a restare a casa.

Dai sindacati
L’ulteriore comunicazione di altri cinque giorni di blocco produttivo ha gettato in uno stato di ansia tutto il territorio. Mirko Marsella della Fim Cisl ha subito fotografato la situazione: «Stiamo battendo tutti i record negativi della storia dello stabilimento». Dalla Uilm, Gennaro D’Avino, che già aveva ipotizzato il mancato rientro il 9, ha addirittura tuonato: «Basta annunci, basta silenzi, basta assenze». A ricordare invece quali sono i numeri impietosi c’è ora Gatti che fa notare «come nel Bilancio semestrale della produzione 2023 i giorni di lavoro erano stati 111 contro i 109 del 2024». La produzione semestrale nel 2023 era 25.940 vetture mentre nello stesso periodo 2024 sono state prodotte 15.900 circa «con una diminuzione del 39% rispetto all’anno scorso». Solo nel 2017, con i lanci di Giulia e Stelvio e la Giulietta sulle linee, la produzione andava oltre le 130.000 unità. Ma il dramma è anche quello del turno unico. «L’aggravante - spiega Gatti - è anche questo perché fino allo scorso anno, quando si parlava di produzione, si poteva contare su due turni. Ora non è più così. Oltre ai numeri della “giornate lavorate” anche quelli sulla Maserati elettrica preoccupano perché dovevano essere importanti ma ad oggi non lo sono e se pensiamo che nel 2025, a detta di Stellantis, dovrebbe partire il nuovo modello ci domandiamo: se i numeri sono questi, dove andremo?. La Fiom continua a ripeterelo da dieci anni ai vari presidenti del consiglio che si sono alternati: urge un tavolo con Stellantis e i ministeri interessati unitamente al premier per capire che cosa si vuol fare con gli stabilimenti italiani. Solo questo ci porterà, in qualche modo, a viaggiare verso una prospettiva piu ampia e serena. Ad oggi vedo buio e disastro legato alle politiche scellerate in questi anni». Ma il dramma abita soprattutto nell’indotto. «La Tiberina - continua Gatti - ha chiesto per la prima volta il contratto di solidarietà per i suoi dipendenti, a rischio così i contratti di somministrazione». Ma non è l’unica realtà spaventata dalla mancanza di commesse che sta chiedendo gli ammortizzatori sociali. «Nei prossimi giorni ci confronteremo in una assemblea e decideremo la strada da intraprendere per la salvaguardia dell’occupazione sul territorio».

L’appello
Anche il sindaco di Villa Santa Lucia Orazio Capraro entra a gamba tesa nella problematica. Definisce la notizia della proroga delle “ferie forzate” «preoccupante». E argomenta: «Uno stop alla produzione che andrà fortemente a penalizzare gli operai già provati da una serie di criticità che oramai da anni sono costretti a sopportare. In qualità di sindaco di una comunità che è composta in gran parte da operai che lavorano sia all’interno dello stabilimento Stellantis, che nell’indotto che ruota attorno ad esso, non posso restare indifferente e per questo chiedo al presidente della consulta dei sindaci, il primo cittadino di Cassino, Enzo Salera, di convocare entro breve tempo la consulta. Per poter ottenere risposte chiare e esaustive e soprattutto per poter avere un quadro preciso della situazione occupazionale dobbiamo essere compatti e fare squadra. E se necessario arrivare fino al ministero dell’Industria per far valere le nostre ragioni».

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