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Scavi a Colle Mezzo, archeologia “tecnologica”

Gli scavi in località Colle Mezzo proseguono con droni e microscopi da campo. Pier Giorgio Monti: «Oggi la ricerca non si fa solo con pala e piccone ma usa strumenti avanzati»

Scavi a Colle Mezzo, archeologia “tecnologica”

Un'immagine della terza campagna di scavi archeologici condotta con droni e microscopi in località Colle Mezzo per riportare alla luce una villa romana

Con droni e microscopi da campo la ricerca scientifica prosegue intensa e proficua nell’area, fulcro della terza campagna di scavi condotta per riportare alla luce la villa rustica romana in località Collemezzo, al confine tra Ceprano e Arce.
Oggi, oltre ai tradizionali strumenti di ricerca, gli studiosi utilizzano i mezzi più moderni che consentono di comprendere e scoprire dettagli importanti per ricostruire pagine di storia spesso lacunose. Gli scavi condotti in località Colle Mezzo, coordinati dal “Centro Leibniz per l’Archeologia”, di Mainz (Germania), nella persona del professor Dominik Maschek, in collaborazione con il direttore scientifico Pier Giorgio Monti, prevedono attività articolate, oltre a quelle tradizionali di scavo: si tratta di rilevazioni con droni, studi al microscopio, campionamenti.

Le verifiche effettuate consentono di rilevare preziosi dettagli, utili a orientare gli scavi e acquisire informazioni fondamentali per procedere. Un’azione dinamica e in continua evoluzione, che rispetto al passato rende la campagna di scavi non solo occasione di scoperta e reperimento dei materiali, ma anche luogo di studio. Sottolinea l’approccio innovativo degli studiosi e comunica le novità quotidiane della terza campagna di scavo a Colle Mezzo l’archeologo Pier Giorgio Monti. L’esperto da anni è impegnato nello studio del paesaggio antico della Valle del Liri, nell’ambito di un progetto di ricerca intrapreso dalla cattedra di Archeologia e Storia dell'Arte greca e romana dell'Università “La Sapienza”.

«Oggi la ricerca archeologica non si fa solo con strumenti analogici quali pala, piccone e tanto sudore - spiega Pier Giorgio Monti - ma è necessario avere anche una profonda conoscenza del contesto antico che si sta studiando, ovvero storia, letteratura, arte, vita quotidiana in tutte le sue manifestazioni, e una padronanza approfondita dei vari strumenti scientifici adatti al tipo di ricerca in atto. In questo caso, oltre a un drone che permette di ottenere riprese ortogonali in 4k e in 3D, anche un microscopio da campo e tanti colleghi esperti nelle molteplici manifestazioni materiali della società antica».

Dunque, l’uso di strumenti innovativi e professionalità specifiche consentono agli studi di procedere velocemente e con successo. Si spera che qualche scoperta sorprendente segni la terza campagna di scavi legata a Fregellae e alla vicina Fabrateria Nova.

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