Spazio satira
Isola del Liri
06.07.2024 - 13:00
Una frana, anzi due. La prima è quella che minaccia di travolgere i terreni e gli edifici che si trovano sotto il costone roccioso sul quale sorge il cimitero; la seconda è quella che si è abbattuta sulle casse del Comune con la sentenza emessa dal giudice Michela Grillo del tribunale di Cassino. Decisione che rischia di trasformarsi in una stangata insopportabile per la già problematica situazione delle casse comunali.
Il Comune è stato infatti condannato a eseguire una serie di interventi per mettere in sicurezza la zona soggetta a smottamenti e ad allagamenti dovuti agli scoli non regimentati. Tra questi, figura anche un enorme muro di contenimento in cemento armato per arginare l’ulteriore movimento del terreno verso valle. Un’opera dal costo milionario, capace da sola di mandare in tilt le finanze comunali.
È l’epilogo di una lunga battaglia giudiziaria che l’amministrazione isolana avrebbe potuto risolvere diversamente se avesse ottemperato a quanto stabilito da una precendente sentenza di cinque anni fa che indicava gli interventi da realizzare allora. L’inadempienza a quelle prescrizioni ha portato alla causa civile con la famiglia proprietaria di uno dei terreni minacciati dallo smottamento e alla successiva condanna del Comune.
L’inizio della vicenda risale al 2019 quando la famiglia Mancini-Donda, proprietaria di un fabbricato che sorge nella zona denominata Caprera, sulla collina che sovrasta la clinica “Santa Teresa”, intraprese un giudizio di accertamento tecnico preventivo nei confronti del Comune per chiarire le cause dei continui fenomeni franosi che interessavano il terreno privato e che provenivano dal costone roccioso che delimita l’area del cimitero. Il giudizio si concluse nello stesso anno con una perizia che accertò le responsabilità dell’ente al quale venne raccomandato di realizzare alcune opere per evitare il ripetersi dei pericolosi smottamenti che avrebbero potuto mettere a rischio l’incolumità di persone e beni.
Ci fu un incontro tra la famiglia Mancini-Donda e l’amministrazione comunale. Il tentativo di mediazione, però, si rivelò infruttuoso. Così, riscontrata l’inerzia del Comune, i proprietari del terreno e del fabbricato minacciati dalla frana, assistiti dall’avvocato Riccardo Lutrario, attivarono un giudizio di merito al Tribunale di Cassino per l’accertamento dell’obbligo per l’ente di intervenire nei termini stabiliti dalla consulenza tecnica d’ufficio.
Il Tribunale, con pronuncia numero 15 del 2024, ha riconosciuto che l’avanzamento del fronte franoso “comporta una situazione di pericolo che va ad aggravare lo stato attuale dell’argine, sia a monte che a valle, con ulteriori fenomeni franosi che possono instaurarsi in caso di eventi meteorici straordinari ma anche ordinari di lunga durata. Il continuo arretramento del terreno a monte dell’argine comporta una situazione di pericolo per le persone poste in prossimità del parapetto in caso di crollo improvviso, mentre a valle dell’argine c’è il rischio di essere investiti da detriti innescati da un eventuale crollo”.
Da qui la sentenza di condanna del Comune a realizzare diversi interventi, tra i quali un muro di sostegno in calcestruzzo armato per la messa in sicurezza dell’area sottostante. Non solo. L’ente di via San Giuseppe dovrà sborsare anche 12.000 euro per le spese di giudizio.
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