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L’incontro

Sclerosi multipla, il decalogo della sinergia

Fissati i punti per un corretto dialogo tra medico e paziente. L’importanza di un percorso condiviso per individuare l’approccio più adatto alla gestione della malattia

sclerosi multipla

Un momento dell’evento WillChair Table

La sclerosi multipla colpisce circa novemila persone nel Lazio ed è in aumento soprattutto tra le donne e i giovani. Una comunicazione attiva con il neurologo sulle proprie aspettative di vita quotidiana e sugli eventuali sintomi può aiutare ad aumentare la consapevolezza sull’evoluzione della malattia, a identificare le terapie più idonee e a migliorare la qualità delle cure. Proprio l’importanza di un percorso decisionale condiviso è stato il tema discusso durante l’evento WillChair Table, organizzato da Novartis in collaborazione con l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e i rappresentanti dei sette centri di riferimento della sclerosi multipla della Regione Lazio.

Nell’occasione, giovani neurologi e persone con la sclerosi multipla si sono seduti insieme allo stesso tavolo per chiedere una collaborazione più stretta e per firmare “Il Manifesto della Sinergia Multipla”, un patto in 10 punti che indica gli elementi imprescindibili per instaurare un dialogo medico-paziente realmente partecipativo, a vantaggio di una migliore gestione della malattia. «La Sclerosi Multipla è una sfida complessa così come la sua gestione. Una sua corretta presa in carico non può prescindere da un approccio multidisciplinare che mette al centro la persona, i suoi bisogni, le aspirazioni e la qualità di vita – ha dichiarato la presidente della sezione Aism di Roma, Lucia Palmisano – Le persone che convivono con la sclerosi multipla dovrebbero essere parte integrante e coinvolte attivamente nel processo di cura. È altresì importante – ha aggiunto – che gli operatori sanitari informino adeguatamente e coinvolgano i pazienti nel processo decisionale. La persona con sclerosi multipla deve quindi percepire di non essere sola davanti alla malattia e avere la possibilità di condividere non solo informazioni cliniche, ma anche dubbi e paure con il proprio medico. Tutto questo, insieme al supporto di un’associazione come Aism, potrà essere d’aiuto per andare oltre la malattia e iniziare a progettare il proprio futuro». 

Il coinvolgimento attivo dei pazienti può fare la differenza nel dare un supporto concreto e nell’ottimizzare il percorso di cura della sclerosi multipla, potendo oggi contare su numerose terapie capaci di rallentarne il decorso e prevenire la disabilità. Il professor Claudio Gasperini, direttore Uoc di neurologia e neurofisiopatologia del San Camillo-Forlanini e coordinatore del Gruppo Sin per la sclerosi multipla, ha sottolineato come l’approccio alla gestione della sclerosi multipla abbia fatto notevoli passi in avanti. «Oggi – ha detto – abbiamo a disposizione terapie sempre più efficaci, capaci di rallentare il decorso della malattia fin dall’esordio dei primi sintomi. La pratica clinica ci sta dimostrando che stimolare i pazienti a partecipare attivamente alle decisioni terapeutiche, non solo ci aiuta a scegliere la soluzione più performante dal punto di vista clinico – ha concluso – ma può anche migliorare i risultati del percorso terapeutico stesso a vantaggio dell’autonomia e della qualità di vita del pazienti».

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