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Cronaca

Gara truccata, gli arrestati non parlano

I componenti della commissione di gara per la mensa scolastica si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Ai domiciliari Antonella Pacella, comandante della polizia locale residente a Morolo, e Mauro Casinelli di Frosinone

comune colleferro

Il palazzo comunale di Colleferro

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i quattro componenti della commissione giudicatrice della gara d’appalto per la mensa scolastica, arrestati il 4 aprile scorso nell’operazione denominata “Reunion”. Ieri mattina sono state presentate le memorie e si sono svolti gli interrogatori di garanzia di Antonella Pacella, comandante facente funzione della polizia locale di Colleferro, residente a Morolo, di Mauro Casinelli, responsabile del procedimento, residente a Frosinone, di Laura Cannone, responsabile ufficio tributi del comune di Colleferro, residente a Valmontone e di Fiorella Fantini, medico Asl di Colleferro. Le misure cautelari personali degli arresti domiciliari sono state notificate una settimana fa dai carabinieri del Nas, nucleo antisofisticazioni e sanità di Roma, emesse dal gip del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura della Repubblica. I quattro componenti della commissione sono stati accusati di turbata libertà degli incanti, falsità ideologica e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici per lo svolgimento di gara d’appalto per l’affidamento dei servizi di mensa scolastica per le scuole dell’infanzia e primarie del comune di Colleferro.

Stando alle accuse avrebbero redatto più verbali di riunioni, mai avvenute, relativi alle varie fasi di valutazione delle offerte presentate dalle società partecipanti, turbando la gara d’appalto per la mensa scolastica. Le gravi e pesanti evidenze probatorie raccolte dai militari del Nas hanno consentito all’autorità giudiziaria di emettere le misure cautelari per i reati di concorso in turbata libertà degli incanti, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici con collusioni consistite nel formulare, in accordo tra gli indagati, sempre stando alle accuse, un fittizio e palesemente irrazionale giudizio di congruità dell’offerta economica presentata dalla società che, in un primo momento, è risultata aggiudicatrice dell’appalto. Le indagini hanno, infatti, permesso di accertare che la commissione, attestando falsamente la presenza di tutti i componenti, avrebbe redatto più verbali di riunioni mai avvenute relativi alle varie fasi di valutazione delle offerte presentate dalle società partecipanti, turbando, di fatto, la gara d’appalto.

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