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La situazione

Cartiera Reno de Medici, fissato l'incontro in Regione

Ieri il vertice in Provincia. Si procede a ritmo serrato: delineate le nuove tappe. Per poter tornare a pieno regime occorrono sei mesi dalla riapertura dei cancelli

Cartiera Reno de Medici, fissato l'incontro in Regione

Gli operai della cartiera

Vertenza de Medici, fissato l'incontro in Regione. Ieri mattina riunione operativa in Provincia. Il prossimo 4 dicembre l'incontro avverrà in Regione, insieme all'Arpa, all'azienda e alle rappresentanze sindacali per poter discutere del cronoprogramma e degli impegni presi. E capire come "disegnare" una ripartenza: tecnicamente per poter tornare a pieno regime occorrono sei mesi dalla riapertura dei cancelli. Quindi, al netto della sottoscrizione del nuovo periodo di cassa integrazione avvenuta nel precedente incontro a Cassino - che scadrà il 20 maggio 2024 - il margine per tornare in pista è molto stretto.

Intorno alle 13 di ieri, nella sede della Provincia di Frosinone, si sono riuniti insieme ai rappresentanti aziendali e ai sindacati - Slc Cgil, la Fistel Cisl, la Uilcom Uil e la Ugl Chimici - anche i sindaci di Cassino, Villa Santa Lucia e Piedimonte San Germano, rispettivamente Enzo Salera, Orazio Capraro e Gioacchino Ferdinandi. Troppo importante la ricaduta occupazionale legata allo stabilimento di Villa Santa Lucia, leader nella lavorazione di carta riciclata. Il tema è tanto delicato da coinvolgere pure la Consulta dei sindaci.

Ieri è stata riaffrontata la questione dei tempi da rispettare e del "nodo" dell'Aia, sempre alla presenza del presidente della Provincia Di Stefano e dei sindaci del Cassinate intervenuti. Tutti si sono detti pronti a chiedere a loro volta un tavolo in Regione per poter capire come muoversi e per individuare possibili vie da percorrere per salvare i 300 lavoratori - 180 della cartiera e gli altri dell'indotto - salvaguardando l'ambiente. La cartiera aveva già subito degli stop forzati, poi aveva ripreso. Ma, a distanza di otto mesi dalla riapertura, era arrivato un nuovo sequestro. Secondo la procura di Cassino, infatti, dal 2020 al 2022 la società avrebbe «sversato i reflui dell'attività produttiva non adeguatamente depurati nella rete fognaria violando i limiti imposti».

«Vogliamo continuare a mantenere un atteggiamento molto cauto e responsabile e non interferire, nonostante per noi questa sia una situazione complessa. La nostra preoccupazione è per i lavoratori in attesa ma anche per l'azienda: più il tempo passa, più si alza il rischio di perdere professionalità. Riteniamo fondamentale il sostegno delle istituzioni: in questa situazione emergenziale, il dialogo aperto è una grande risorsa» hanno ribadito i sindacati.

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